Filippo Turetta, 22 anni, è stato arrestato in Germania dopo una settimana di latitanza e, dato che non si è opposto all’estradizione, verrà consegnato alla Polizia italiana probabilmente tra una decina di giorni. Il ragazzo è accusato di omicidio volontario per il femminicidio di Giulia Cecchettin, 22 anni.

“Di sicuro qualcosa aveva in testa, ma bisogna capire cosa e come si possa poi qualificare. È qui che si giocherà l’indagine”, ha spiegato un investigatore a Repubblica.

Il femminicidio di Giulia Cecchettin, infatti, potrebbe essere stato premeditato da Filippo Turetta. Le autorità hanno trovato degli indizi che puntano proprio nella direzione della premeditazione, dopo la perquisizione effettuata a casa di Turetta, a Torreglia, tre giorni fa dai carabinieri del comando provinciale di Venezia, guidati dal generale Nicola Conforti.

Dalle verifiche effettuate sul computer di Turetta è emerso che il giovane aveva cercato su Google informazioni sui kit di sopravvivenza per l’alta quota, sull’abbigliamento per escursioni in montagna e sugli itinerari nel versante Tirolese dell’Austria.

Dato che Turetta è un appassionato di trekking ed escursioni in montagna, però, non c’è ancora la certezza che queste ricerche siano collegate al femminicidio di Giulia Cecchettin.

Ci sono però altri indizi che devono essere approfonditi, come il ritrovamento di un coltello spezzato nella zona industriale di Fossò, che potrebbe essere quello con cui Turetta ha aggredito Giulia Cecchettin, come testimonia il video di una telecamera dello stabilimento Dior nella Quinta strada della zona industriale di Fossò, che mostra il ragazzo che rincorre Cecchettin per poi aggredirla e caricarla nel bagagliaio della sua auto.

C’è poi il nastro adesivo trovato sulla scena dell’aggressione a Fossò: alcuni nastri sono stati trovati anche a casa di Filippo Turetta, e bisognerà verificare se sono dello stesso tipo e marca di quelli trovati sulla scena dell’aggressione.

Gli investigatori si chiedono anche se i sacchi neri che l’ex fidanzato di Giulia Cecchettin ha utilizzato per coprire il corpo della ragazza nel canalone di Barcis li avesse avuti già con sé, o se magari li abbia recuperati da qualche parte durante la fuga.

C’è anche la questione dei soldi, che rimane da approfondire. Filippo Turetta aveva con sé alcune centinaia di euro in contanti, come ha ipotizzato il suo legale, l’avvocato Emanuele Compagno, una somma che sarebbe bastata per qualche giorno, ma certamente non per una fuga prolungata in auto.

Ora si attendono i risultati dell’autopsia sul corpo di Giulia Cecchettin e dell’analisi della Fiat Punto nera di Turetta. Il 22enne verrà poi sentito quando tornerà in Italia, se deciderà di esporre la propria ricostruzione dei fatti.

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