Francesca Neri racconta la sua malattia: "Il mio lockdown è durato tre anni"

Nel suo libro autobiografico, Come carne viva, l'attrice parla di un periodo difficile della sua vita, che la tiene lontana dai riflettori. Un momento che ha superato anche grazie al marito Claudio Amendola e al figlio Rocco.

Francesca Neri si racconta in un libro autobiografico, Come carne viva, edito da Rizzoli. L’attrice si mette a nudo in un racconto che mette in primo piano il difficile rapporto con la madre e la sua  malattia, che dal 2015 la tiene lontana dal set. Francesca soffre, infatti, di cistite interstiziale, un dolore cronico che, purtroppo, non si può curare. “È durata tre anni la fase acuta, non ne sono fuori, non si guarisce: impari a gestirla e a non provocarla in modo che non sia invalidante“, ha raccontato in un’intervista al Corriere della Sera.

L’attrice ha parlato di come la malattia l’abbia costretta a rimanere chiusa in casa molto a lungo, senza poter lavorare o vivere in modo normale: “il mio lockdown è durato tre anni. E quando è arrivato per tutti, con la pandemia, sono stata meglio perché condividevo la situazione degli altri“. Una situazione che l’ha portata a sfiorare addirittura l’idea del suicidio, ma che è riuscita a superare anche grazie all’amore di Claudio Amendola, suo marito da venticinque anni, e del figlio Rocco. “Se non avessi avuto questa complicità e quest’affetto non ce l’avrei fatta. Rocco era intorno ai diciotto anni, faceva affidamento sul padre ed è stato il mio grande cruccio. Il dolore più grande è stato per mio figlio, il libro l’ho scritto per lui“.

Ed è stato proprio Amendola a raccontare, in una puntata di Verissimo, di essere rimasto al fianco della moglie durante quegli anni difficili, perché “è stato il mio compito ed era quello che dovevo fare. Non è stato difficile, è stato molto più difficile per lei”, ha detto a Silvia Toffanin.

Nel libro, poi, Francesca Neri parla di un argomento molto delicato per lei: il rapporto con sua madre. Una donna presente, ma del tutto anaffettiva. “Era una donna semplice e umile, senza curiosità, incapace di esprimere sentimenti. Non mi ha mai fatto un complimento in vita sua, mai stretto tra le sue braccia, mai affondato le dita nei miei capelli“, ha spiegato al Corriere. Oggi la donna non c’è più, e secondo l’attrice scrivere il libro le è servito anche per elaborare il lutto e per ritrovare sé stessa.

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