I bambini scambiati per femmine in topless: la doppia censura di Instagram
Capezzoli censurati da Instagram: vi sembra che non ci sia nulla di nuovo? Stavolta si tratta di bambini scambiati per femmine, a causa dei capelli lunghi.
Capezzoli censurati da Instagram: vi sembra che non ci sia nulla di nuovo? Stavolta si tratta di bambini scambiati per femmine, a causa dei capelli lunghi.
La censura social colpisce ancora, ma questa volta commette un errore decisamente grossolano. Da mesi la campagna #FreeTheNipple cerca di sdoganare quello che è un tabù molto radicato nella nostra società: il veto nei confronti dei capezzoli – femminili, si intende. Un uomo può girare tranquillamente senza maglietta, a petto nudo.
Nessuno gli dirà mai niente, a eccezione delle situazioni in cui si richiede una certa formalità. Ma se una donna facesse la stessa cosa, la si accuserebbe in quattro e quattr’otto di offesa alla decenza, di atti osceni in luogo pubblico e via dicendo. La stessa cosa accade su Instagram e sugli altri social network.
Guai a pubblicare una foto – che sia artistica o semplicemente uno scatto amatoriale, di quelli che tutti noi teniamo gelosamente custoditi per nostro ricordo – in cui si intraveda un capezzolo femminile. La censura scatta rapidamente, e l’immagine viene cancellata dai social. Gli uomini possono invece continuare tranquillamente a condividere i loro capezzoli online, senza timore di vedersi scomparire dal web. Ma c’è un’eccezione, che nelle scorse settimane ha destato molto scalpore.
Protagonista di questa storia è il giovanissimo Parker, di appena 4 anni. Sua mamma, Tori Spooner, ha raccontato a Buzzfeed che la sua famiglia vive in Florida, a pochi passi dal mare, e che il suo bambino passa la gran parte del tempo sulla spiaggia. Naturalmente, per questo motivo quasi tutte le sue foto lo ritraggono in costume da bagno, senza maglietta. Ma Parker ha i capelli lunghi, e per Facebook e Instagram questo lo classifica evidentemente come una femmina, infatti i suoi capezzoli al vento sono stati censurati.
L’intelligenza artificiale, che si nasconde dietro il controllo automatico dei contenuti social che non rispettano le condizioni, a quanto pare non prevede la possibilità che un maschietto possa avere una lunga chioma, e per questo motivo provvede sistematicamente a cancellare le foto in cui si presenta il binomio capezzoli-capelli lunghi. Dopo essersi vista letteralmente scomparire decine di scatti di suo figlio e addirittura l’intero profilo Instagram a lui dedicato, Tori ha deciso di mettere in piedi una protesta che ha raccolto immediatamente molti consensi.
La donna ha pubblicato una foto di Parker in costume, con il petto – e i tanto famigerati capezzoli – coperto da un cartello su cui c’è scritto:
“Caro Instagram, sono un maschio. Ho solo i capelli lunghi. Smettila di cancellare le mie foto!”.
A questa protesta hanno aderito decine di mamme, che hanno pubblicato le foto dei loro bambini con capelli lunghi e in mano lo stesso cartello. È chiaro che il problema si estenda oltre a Parker, in quanto sarebbe stato altrettanto grave la censura nei confronti di una bambina, i cui capezzoli non dovrebbero essere sospettati di alcun tipo di sessualizzazione.
Questo caso è l’ennesima prova dell’insensatezza di una censura che, non si può negare, è sessista.
Al suono di #longhairedboyrevolution, la silenziosa rivoluzione si è fatta largo su Instagram.
Ecco alcune delle più belle foto:
Il piccolo Parker mostra ai suoi fan su Instagram un cartello che copre sapientemente i capezzoli, per parlare della censura dei social network e “difendere” tutti i bambini che hanno i capelli lunghi come i suoi.
Da tempo, Tori e suo figlio Parker hanno deciso di rendere più pulite le loro spiagge. E così, armati di sacchi della spazzatura, ogni giorno raccolgono i rifiuti che vengono lasciati sulla spiaggia dalle persone decisamente meno civili di loro. Con questo intento, la donna ha aperto un nuovo profilo Instagram, dopo quello che le è stato cancellato dalla censura, chiamato Parker saves the sea (ovvero “Parker salva il mare”).
In pochi giorni, il movimento di protesta lanciato da Tori Spooner si è diffuso a macchia d’olio sul web. E tantissimi altri ragazzini hanno imbracciato il cartello per lamentarsi della censura sconsiderata di Instagram.
L’idea è quella di far notare come l’algoritmo alla base della censura social non riconosca un maschietto con i capelli lunghi da una femminuccia, e per questo motivo cancella le foto di bambini senza maglietta.
Ecco il commento di una mamma:
“Difenderò sempre mio figlio. È una follia che in questi ultimi mesi alcuni amici abbiano visto il loro account cancellato a causa dei loro bambini con i capelli lunghi sulla spiaggia scambiati per femmine in topless”.
Due fratellini (o due amichetti, questo non lo sappiamo) lottano per lo stesso diritto.
Anche i più piccolini con i loro (futuri) capelli lunghi possono protestare.
Sono davvero molte le foto comparse in questi ultimi giorni sui social, per combattere questo insensato meccanismo di censura.
D’altronde, perché mai i bambini al mare dovrebbero indossare qualcosa che copra loro i capezzoli?
Non bisogna essere per forza su una spiaggia per poter stare a petto nudo, soprattutto a questa tenera età.
Un dolcissimo visino d’angelo incorniciato da lunghi capelli biondi si schiera al fianco di due ragazzini con un taglio decisamente più corto, ma tutti insieme si scagliano contro la censura social.
Non resta che attendere, per scoprire se questa silenziosa protesta riuscirà a raggiungere il suo obiettivo.
Cosa ne pensi?