Franca Leosini: le 6 Storie più Maledette in cerca di umanità

Garbo, eleganza e discrezione. Le interviste di Franca Leosini agli autori dei più efferati crimini commessi nel nostro paese sono sempre più apprezzate dal pubblico, che trova nella sue Storie maledette un modo diverso e raffinato di dare voce ai colpevoli in cerca di umanità, e di parlare di cronaca nera.

Camminare sul terreno minato della cronaca nera è un compito ingrato e spesso estremamente difficile, poiché, quando ci si occupa di morti violente e di efferati omicidi, il rischio di precipitare verso l’attitudine voyeuristica e lo scabroso è proprio dietro l’angolo. Insomma, da giornalisti a indiscreti esploratori dei dettagli più macabri e rivoltanti il passo è breve, per questo raccontarne senza eccedere nell’esagerazione non è affatto semplice.

Figuriamoci poi avere il coraggio di ascoltare i colpevoli; quale misurata eleganza e che livello di professionalità occorrono per riuscire a intervistare i responsabili di alcuni tra i delitti più atroci commessi nella storia italiana, senza scadere nello scandaloso, nell’aberrante, nella perversione del dettaglio agghiacciante o della confessione lucida e distaccata?

Dunque Franca Leosini è dotata di tutte queste qualità, imprescindibili per chi sceglie di dare voce anche agli assassini, decisione per cui, forse, è richiesto un pegno in eroismo forse persino più alto di chi accetta di raccogliere il dolore delle vittime. Lei, dal 1994 al timone di Storie Maledette, in 23 anni di programmazione ha accolto nel suo studio alcuni tra i più spietati carnefici, uomini e donne che hanno violentato, ucciso, scosso l’opinione pubblica italiana con l’orrore dei loro crimini. Oppure, come nel caso di Pino Pelosi – l’uomo accusato di aver ucciso Pasolini nel 1975 – persone che per anni hanno convissuto con il peso, altrettanto soffocante, del dubbio, del sospetto.

Franca Leosini ha dato una possibilità di parlare anche a loro; non per dipingerli a loro modo come “vittime”, che sia di turbe psicologiche o del sistema giudiziario, né per dare loro l’opportunità di una redenzione. Solo per onore della verità, per scavare a fondo nelle loro dinamiche psicologiche di ieri e di oggi, per offrire anche un aspetto che di solito viene ignorato nei casi di cronaca, eppure è centrale: quello del boia, dell’esecutore.

Mi fanno molta più paura i mostri che sono fuori – disse una volta la giornalista napoletana intervista dal Fatto Quotidiano – I miei interlocutori non sono mai professionisti del crimine, ma persone come me che a un certo punto della loro vita cadono nel vuoto di una maledetta storia.

Una maledetta storia che lei vuole raccontare, dal loro punto di vista. Per onestà intellettuale e scevra da qualsivoglia tentativo di accaparrasi audience e consensi basati sul recondito gusto del macabro del pubblico.

Ho il desiderio di capire che tipo di guasto si sia verificato in precedenza – spiega ancora nell’intervista – Cosa spinga un essere umano a compiere un gesto che in teoria non gli somiglierebbe. […] Prima capisco, poi dubito, infine racconto. Scelgo sempre con cura i miei interlocutori. Spesso mi scrivono. Vogliono incontrarmi. E io vado a vedere. Parto.

Già, il suo programma è tanto conosciuto che sono i colpevoli in primis a cercarla per essere ospitati nel suo studio, per avere una chance di mostrare la propria prospettiva. Ciascuno con le sue motivazioni, che lei comprende e che usa per selezionare chi valga la pena accogliere e chi no. Come successo con Pietro Pacciani, ad esempio, o con Donato Bilancia.

Mi scrissero Pietro Pacciani, prima che venisse assolto, e in seguito anche Donato Bilancia – ha dichiarato – Non mi occupo di serial killer veri o presunti. Di chi è preda di un’ossessione rituale. Con Bilancia, poi, condannato a 13 ergastoli, ebbi il fondato sospetto che cercasse una scappatoia, un modo per sottrarsi alle sue responsabilità, un’infermità mentale che lo facesse dichiarare pazzo e gli permettesse di tornare libero. Mi tirai indietro.

Lei , che è stata introdotta al mondo del giornalismo da un mostro sacro come Leonardo Sciascia, che ha rinunciato alla direzione di Cosmopolitan per conflitti con l’editore – la personalità non le manca, questo è chiaro – ha detto di sé, ospite durante il Festival di Sanremo 2018, come riporta Vanity Fair, di essere “… Una persona onesta. Una che ha lavorato sempre tanto senza aver dietro di sé né un amante né un partito“.

Professionista d’altri tempi, di ogni caso studia ogni singola parola, pagina o documento che sia stato scritto a proposito, “ruba” letteralmente l’anima dei suoi ospiti per provare a vestire una pelle del tutto diversa dalla propria.

Ogni puntata – spiega – richiede uno studio profondo dei personaggi, del loro mondo, degli atti giudiziari. Solo che io non sono un giudice e non mi avvicino mai con la lente del giudizio o peggio del pregiudizio […] La sola cosa che dico alle persone è ‘l’istante in cui a lei sembra che le stia ponendo la domanda più spietata, coincide con il momento in cui voglio aiutarla di più’.

Il garbo, il rigore e il linguaggio tagliente, diretto ma sempre elegantemente forbito, ricercato, con cui è solita intervistare i suoi ospiti ne hanno fatto una vera e propria beniamina del pubblico, anche di quello più giovane, che sul Web, e sui social in particolare, le dedica pensieri, post di apprezzamento, le manifesta un’approvazione sincera e convinta.

Lei, che nella puntata in cui ha intervistato Sabrina Misseri e Cosima Serrano, entrambe giudicate colpevoli di aver ucciso la piccola Sarah Scazzi ad Avetrana, nel 2010, è stata capace di definire Ivano – il ragazzo per cui Sabrina e la cugina Sarah sarebbero entrare in conflitto – “talmente bello che Brad Pitt al confronto sembra un bipede sgualcito”, piace perché competente, preparata, e sardonica al punto giusto. Non prevenuta nei confronti dei suoi ospiti, disposta al dialogo, ma sempre severe e attenta osservatrice di emozioni, gesti, stati d’animo.

Tante sono le Storie maledette raccolte da Franca in questi anni in cui, intervista dopo intervista, è riuscita a farsi amare sempre più dal pubblico; le più particolari, o significative, le abbiamo raccolte in questa gallery.

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