*** Aggiornamento del 27 maggio 2021 ***

Non si placano le polemiche dopo la vittoria dei MaÌŠneskin all’Eurovision Song Contest di Rotterdam: dopo le pesantissime accuse francesi rivolte a Damiano, di aver fatto uso di cocaina in diretta (peraltro, il cantante si è sottoposto volontariamente a un test antidroga risultando negativo), stavolta è la tv di Stato bielorussa, CVT, a prendersela con la band.

Un bestiario dei pervertiti, omosessuali degenerati, spazzatura che sa di Aids.

Così li ha definiti il giornalista filogovernativo Grigory Azarenok, nel corso della rubrica “La medaglia di Giuda” all’interno della trasmissione domenica “La Settimana”. Il conduttore ha anche aggiunto che il gruppo incarnerebbe “la distruzione di tutto ciò che è umano” e che

Grazie a Dio non l’hanno trasmesso in Bielorussia. Il mondo moderno della democrazia e del progresso sta avanzando con successo verso la demenza totale, verso le perversioni fuori di testa, verso gli individui in tanga, verso la distruzione di tutto ciò che è umano. Dobbiamo separarci da tale progresso, dalla cortina di ferro, preferiamo la dittatura. Tutto il mondo sprofonderà nell’abisso, ma la Bielorussia rimarrà un’isola della libertà.

Il video, con i sottotitoli italiani, è disponibile alla pagina Facebook Associazione Bielorussi in Italia “Supolka”.

Oltre a essere curioso, per usare un eufemismo, che Azarenok abbia usato nella stessa frase le parole “dittatura” e “isola di libertà”, con una naturalezza persino ammirevole, proprio come se i due termini non fossero per nulla contrapposti, un discorso di questo tipo rende invece ancor più prezioso l’esempio di rottura degli stereotipi della band romana. Andando ad analizzare il contesto bielorusso, si capisce quanti passi debbano ancora essere fatti dallo Stato: benché l’omosessualità sia legale, ad esempio, secondo l’articolo 32 della Costituzione del 1994 e il “codice di matrimonio e famiglia” il matrimonio è accessibile solo per coppie di sesso diverso, le coppie omosessuali non hanno alcun diritto che le tuteli, né che regolamenti l’unione civile o la convivenza; inoltre, gran parte della popolazione ritiene l’omosessualità una malattia psicologica, e chi fa coming out è spesso vittima di abusi e violenze di ogni tipo. Insomma, un’accettazione risicata solo sulla carta, ma la realtà dei fatti sembra essere ben diversa.

Chiaro, quindi, che una band che non ha problemi a sfoggiare trucchi, tacchi alti, capelli lunghi non possa essere vista di buon occhio. Ed è esattamente uno dei (tanti) motivi per cui la vittoria dei MaÌŠneskin ha un’importanza che va al di là del puro e semplice lato musicale.

*** Articolo originale del 24 maggio 2021 ***

I MaÌŠneskin riportano l’Italia sul tetto d’Europa 31 anni dopo l’ultima volta. La band romana ha vinto l’Eurovision Song Contest di Rotterdam  battendo in volata Francia e Svizzera, grazie ai televoti che hanno ribaltato la classifica e hanno permesso il trionfo. Il nostro sarà quindi il prossimo Paese a ospitare la manifestazione canora. Prima di loro, a vincere la competizione erano stati Toto Cutugno nel 1990 e Gigliola Cinquetti addirittura nel 1964.

Questo è quanto dicono le cronache dell’evento; ma nella vittoria dei MaÌŠneskin c’è decisamente molto di più, compresa una sterile polemica da parte francese, che per nulla ha offuscato la grande prestazione della band sul palco, e neppure l’apprezzamento del pubblico europeo, letteralmente impazzito per Damiano, Victoria, Ethan e Thomas.

Il gruppo arrivava in Olanda con la canzone vincitrice di Sanremo, Zitti e buoni, forzatamente censurata per via delle regole del contest; una scelta saggia, quella di accettare il regolamento, di fronte a un’opportunità così ghiotta di far ascoltare il pezzo in un contesto tanto importante, che per qualcuno è stata poco “rock”, ma il risultato, come si è visto, l’ha premiata. Ciononostante, dopo la vittoria il primo “sgarro”: i quattro sono saliti di nuovo sul palco per ricantare il pezzo, stavolta in versione originale.

Ma non è questa la forza rivoluzionaria dei MaÌŠneskin, quanto la presenza scenica, lo stile, la sicurezza, che li aveva fatti salire sul palco di Sanremo con delle tutine trasparenti, i tacchi e gli occhi bistrati, e li ha portati su quello di Rotterdam nello stesso identico modo: seminudi, con tatuaggi in bella vista, e l’aspetto androgino che grida libertà.

Soprattutto, Damiano e i baci che dopo la vittoria elargisce a Thomas ed Ethan sono un vero inno alla libertà emotiva, al non farsi chiudere in confini predefiniti, come sottolinea anche Benedetta Lo Zito in un post.

L’essere “rock” nell’aspetto, però, non significa appartenere a quella schiera di poeti maledetti che, anni addietro, si è portata via gente del calibro di Jimi Hendrix, Jim Morrison o Sid Vicious; per questo la polemica scatenata da Paris Match subito dopo il verdetto ha un po’ il gusto della ripicca di chi punta i piedi e non accetta, semplicemente, di essere stato sconfitto.

Il giornale francese ha infatti accusato Damiano di aver sniffato della cocaina nella Green Room, in piena diretta televisiva, portando tanto di prova filmata, un video in cui il frontman della band si china verso il basso, e sembra poggiare il volto sul tavolo. Un utente di Twitter lo ha riportato per dimostrare che le cose stanno diversamente.

Il dubbio, però, è stato talmente instillato che gran parte della conferenza post contest è stata passata chiedendo a Damiano smentite e di lanciare appelli contro la droga.

La cosa bella è che neanche poteva sembrare – dice Damiano il giorno dopo a Repubblica – Mi sono abbassato sul tavolino, ma le mani erano in vista, sono davvero stupito. Io non uso droghe.

Vic De Angelis, invece, aggiunge:

Non abbiamo mai fatto uso di stupefacenti, tantomeno in diretta tv. Per fugare ogni dubbio abbiamo anche chiesto di sottoporci al test: noi siamo contrari alle droghe.

E in effetti Damiano sembra proprio intenzionato a sottoporsi a un test antidroga volontario, visto che l’EBU, The European Broadcasting Union, ha fatto sapere di stare procedendo alla visione dei filmati e che svolgerà comunque indagini approfondite, pur essendo consapevole della “speculazione sul video dei vincitori italiani”.

Insomma i francesi forse hanno voluto calcare un po’ troppo la mano sul mito del musicista tutto sesso, droga e rock ‘n’roll, e le indagini dell’EBU devono comunque fare il loro corso per dissolvere ogni possibile dubbio, ma intanto questo tentativo, che può suscitare perplessità sulla capacità dei cugini d’Oltralpe di accettare sportivamente una sconfitta, non ha intaccato per nulla il trionfo della band. Che, probabilmente, chioserebbe su questa vicenda con un verso della loro canzone, “Parla, la gente purtroppo parla”.

Sfogliate la gallery per ripercorrere i momenti più iconici dei MaÌŠneskin all’ESC.

La vittoria dei Måneskin all’Eurovision contro polemiche (inutili) e pregiudizi
Fonte: instagram @maneskinofficial
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