Perché e come i Måneskin hanno censurato la loro canzone per l'Eurovision

A maggio i Måneskin voleranno a Rotterdam per l'Eurovision. Ma con un brano modificato e tagliato rispetto all'originale, per rispettare le regole del contest. La rivoluzione si fa da altre parti.

Dopo il trionfo a Sanremo, i Måneskin si preparano a portare il loro rock anche sul palco dell’Eurovision Song Contest, che si terrà all’Ahoy Arena di Rotterdam dal 18 al 22 maggio, ma per l’occasione sono stati costretti a rivedere il testo di Zitti e buoni, brano con cui hanno vinto all’Ariston.

Chiare le regole del festival nato nel 1956: non sono accettate canzoni che superano i 3 minuti e “Non sono consentite imprecazioni o altri linguaggi inaccettabili nei testi o nelle esecuzioni delle canzoni”. Via quindi le parolacce dal testo e via anche qualche secondo di riff, così da passare dai 3’57 di canzone ai 3 previsti per rientrare nel minutaggio consentito.

Per quanto riguarda l’uso delle parolacce, il verso “Vi conviene toccarvi i coglioni” diventa quindi “Vi conviene non fare più errori”, mentre “Parla, purtroppo la gente parla, non sa di che cazzo parla” viene abbandonato in favore di un più neutro “Non sa di che cosa parla”, che è poi il verso delle due ripetizioni precedenti.

Possibile che il gruppo, che ha fatto della ribellione e della non sottomissione alle regole la propria bandiera, abbia accettato senza colpo ferire queste condizioni?

Non ci ha fatto piacere, l’abbiamo fatto perché altrimenti ci avrebbero squalificato – dicono, attraverso la voce del frontman, Damiano David – Abbiamo tolto una parolaccia, è stata una scelta di buon senso. Bisogna anche rendersi conto della realtà dei fatti, siamo ribelli, ma non scemi.

C’è un discorso di buonsenso nelle cose. Noi diciamo che non ci facciamo cambiare, ma il regolamento è così. Abbiamo pensato fosse più importante partecipare che tenere una parolaccia nel testo che lascia il tempo che trova.

Insomma l’opportunità è troppo ghiotta per rinunciare solo per una questione di “difesa” del proprio testo; la ribellione si fa in altri modi, e i Måneskin sono consapevoli che l’Eurovision sia un palcoscenico internazionale molto prestigioso, che potrebbe segnare l’ennesimo punto di svolta di una carriera strabiliante e che ha bruciato le tappe, dalla partecipazione (senza vittoria finale) al talent X Factor nel 2017. Appena quattro anni fa.

Una scelta di buon senso, dunque, che in fondo non toglie nulla al significato del brano, peraltro già lanciato sul mercato anche nella nuova versione modificata.

E pensare che la “colpa” della rigida tempistica dei tre minuti è proprio di un italiano, Nunzio Gallo, che nel 1957, un anno dopo la nascita del festival, portò il brano Corde della mia chitarra, della durata di 5 minuti e 9 secondi, giudicata eccessiva da tutti. Sempre un altro italiano, in tempi più recenti, invece, ha dovuto modificare il testo della propria canzone: parliamo di Francesco Gabbani, vincitore del Sanremo 2017 e quindi mandato di diritto all’Eurovision, che ha dovuto togliere 30 secondi dalla sua Occidentali’s Karma, una parte della prima strofa e il verso “Piovono gocce di Chanel su corpi asettici”, visto che fra le regole del contest c’è anche quello che vieta di citare brand commerciali.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!