L’affaire Weinstein ha generato un’ondata di reazioni contro il predominio del patriarcato, sia negli Stati Uniti che in Europa. Una riflessione che non si è esaurita all’interno dei nostri labili confini, ma che si è spinta anche nel resto del mondo. L’eco delle proteste femminili ha raggiunto anche Bollywood, dove ha sede la potente industria cinematografica indiana, cominciando a metterne in discussione gli equilibri.

Le attrici che denunciano di aver subito molestie sono poche, ma la loro voce ha comunque scoperchiato un vaso di Pandora. Divya Unny ha raccontato alla Reuters la sua esperienza, ricordando quella volta in cui un regista pluripremiato l’aveva fatta chiamare nello stato del Kerala per un provino. Arrivata con un volo pagato dalla produzione, venne convocata alle nove di sera nella camera d’albergo dell’uomo.

“Ho sempre sentito racconti di attrici chiamate in stanze d’hotel nel bel mezzo della notte, ma non ci ho pensato due volte perché ci sarei andata con un’altra persona”, ha spiegato l’attrice indiana all’agenzia di stampa. Divya Unny si è però trovata da sola con il regista, di fronte a un bivio: concedersi e ottenere un ruolo, oppure andarsene e rinunciare al film. E non ha avuto dubbi su cosa fosse più giusto fare.

La Reuters ha raccolto le testimonianze di altre donne, ma non è stato abbastanza per scuotere Bollywood. “Non credo che in India possa succedere quello che sta accadendo a Hollywood, con gli uomini che vengono denunciati pubblicamente”, ha detto al Guardian la regista Alankrita Shrivastava, celebrata per il suo impegno a favore delle donne. “Dal punto di vista psicologico, per come funziona qui il sistema patriarcale è tutto molto più complicato”.

E Bollywood non è d’aiuto: sono numerosi i film in cui la molestia sessuale viene usata come spunto narrativo e come preludio alla storia d’amore. Solo nel 2017, in due blockbuster (Toilet – Ek Prem Katha e Badrinath Ki Dulhaniya) si sono visti protagonisti maschili che seguivano e scattavano foto di nascosto al loro “oggetto del desiderio”. E tutto in un contesto romantico e positivo.

Ci sono delle leggi e dei regolamenti che dovrebbero evitare molestie sul luogo del lavoro, ma di fatto sono completamente inutili. Solo pochi mesi fa, il celebre attore Gopalakrishnan Padmanabhan Pillai è stato arrestato per un’accusa di rapimento e molestie ai danni di un’attrice. Lui ha negato tutto e dopo 80 giorni di carcere è uscito, acclamato dai suoi fan come se nulla fosse successo.

Anche l’attrice Kangana Ranaut, protagonista di almeno 30 film a Bollywood, ha rivelato di aver subito numerose molestie sul luogo di lavoro. “Molte donne fanno fatica ad aprirsi, soprattutto se non sono famose nell’ambiente”, ha spiegato. “Prendersela con le vittime è una cosa normale nella nostra società e viene fatto in maniera brutale e apertamente”.

60

“Un regista mi disse che affinché il mio personaggio potesse innamorarsi del co-protagonista io mi sarei dovuta innamorare di lui per entrare nella parte. Assurdo”, ha raccontato l’attrice Swara Bhaskar. “Si tratta di un male endemico, di una radicata cultura maschilista che fa sì che la donna, se davvero vuole fare carriera, debba accettare di andare a letto con il suo capo”. Secondo l’attrice Tisca Chopra, “gli uomini rendono le situazioni scomode e caricano le scelte in un modo in cui se le donne vogliono andare avanti, siano obbligate a fare certe cose”.

Il coraggio delle attrici indiane di Bollywood contro la legge del maschio predatore
Fonte: Instagram @team_kangana_ranaut @reallyswara
Foto 1 di 11
Ingrandisci