L’esordio de Le terrificanti avventure di Sabrina, la nuova serie tv targata Netflix, è stato un piacevole successo. Tra i tanti volti – noti e meno noti – spuntati dal cast della serie, spicca quello di Lachlan Watson, l’attore che ha interpretato Susie, la migliore amica di Sabrina. Il personaggio, che nella serie tv lotta per scoprire la sua identità di genere, porta sullo schermo la vera esperienza dell’attore che veste i suoi panni.
Lachlan è infatti un genderqueer, ovvero una persona che non si identifica né con il sesso maschile né con quello femminile. Un attore non-binario – questo l’aggettivo utilizzato per esprimere la volontà di non sentirsi incatenati al binarismo uomo/donna che da sempre caratterizza la nostra società. Lachlan Watson ha a lungo discusso con gli showrunner di Sabrina, una conversazione che l’attore stesso ha confessato essere basata sui suoi stessi pensieri riguardo il gender e la sua personale transizione.
In un’intervista rilasciata a SyFy Wire, Watson ha raccontato qualche dettaglio di Susie, qualcosa che emerge in maniera molto sottile dalla sua interpretazione. Ma ha anche svelato di aver ricevuto molto dal personaggio cui ha prestato il volto, e di essere stato felice di aver avuto questa possibilità:
“Susie non è mai stata Susie. È sempre un’altra persona nel corpo di Susie. E penso che questo sia molto bello e mi sono divertito molto nell’interpretarla. Susie ha un grande coraggio, che anche io vorrei avere. Sono cresciuto come un ragazzo timido e ansioso. Non ho mai dovuto davvero combattere. Susie è tutto il contrario”.
Il percorso di Lachlan è stato alquanto particolare: nata Riley Watson, si è presto identificata come un transessuale uomo, convinto che fosse l’unica opzione davvero praticabile. Non si sentiva donna, quindi è stato quasi immediato pensare di essere un maschio. Eppure, anche nel presentarsi come transessuale si sentiva a disagio con se stesso e con il suo corpo. La sua transizione è stata molto diversa da quelle di cui aveva sempre sentito parlare, ma lo ha portato a trovare finalmente la sua dimensione.
Oggi Lachlan si riferisce a se stesso al maschile e lascia che, per parlare di lui, si utilizzi il pronome “he”. E per parlare – anche – della sua storia ha avuto l’opportunità di interpretare Susie:
“È ancora vista come una ribellione, un’anarchia contro il sistema, essere qualcosa di diverso rispetto al binarismo uomo/donna. Tutto questo mi ha dato ancora più stimolo per fare quello che ho fatto”.
Per scoprire qualcosa di più su Lachlan Watson, sfoglia la nostra gallery.
1- L'infanzia di Lachlan
Nata come Riley Watson il 12 aprile 2001, ha sin dalla più tenera età capito di non essere a proprio agio con un corpo e un’identità femminili. Lachlan ha sin da subito cercato di affermare la sua non appartenenza al genere femminile, smettendo di indossare vestiti rosa e preferendo abiti larghi e più tipicamente maschili.
2- L'inizio della transizione
Il percorso di transizione di Lachlan non è stato molto usuale. Sin da ragazzino, l’attore si è dichiarato un transessuale uomo, ma solo nel liberarsi del vincolo del binarismo gender è riuscito a sentirsi davvero se stesso.
3- Il testosterone
Perché il percorso di Lachlan è così particolare? Il ragazzo ha deciso di non assumere il testosterone, l’ormone maschile che viene prescritto a chi vuole cambiare sesso.
“Ho letto le cinque pagine di cambiamenti irreversibili che provoca, e i cambiamenti al tuo stato mentale. Mi avrebbe trasformato in una persona diversa e ciò mi ha spaventato”.
4- L'operazione al seno
Piuttosto, si è sottoposto ad un intervento per rimuovere il tessuto del seno e per avere un petto piatto. Una decisione che ha lasciato perplesse molte persone, tra coloro che lo circondano. Ma Lachlan non si è fatto sviare:
“Non bisogna avere fretta di etichettarsi, non devi essere per forza una cosa o l’altra. Proprio come Sabrina sceglie il suo cammino tra la luce e l’oscurità, puoi forgiare la tua strada e farlo in piena autonomia”.
5- L'interpretazione di Susie
Per Lachlan, interpretare Susie è stata una grande opportunità:
“Ho capito cosa significhi essere se stessi senza bisogno di giustificarsi, ed è qualcosa di cui mi dovrò sempre ricordare. Raccontare questa storia ha significato molto per me”.
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