Che il nostro pianeta sia in serio pericolo è ormai, purtroppo, un dato di fatto, che la battaglia di Greta Thunberg ha riportato in attualità, anche se il problema, chiaramente, è tutt’altro che recente.
Lo sfruttamento indiscriminato delle risorse presenti sulla Terra sta infatti portando il pianeta all’autocollasso e, mentre qualcuno ha posto il 2050 come termine ultimo prima che il riscaldamento globale ponga fine alla civiltà umana – per chi non fosse un genio in matematica, ciò significa che abbiamo ancora un margine temporale di 31 anni – c’è un altro dato estremamente preoccupante che dovrebbe porre l’accento sul fatto che il problema non sia solo “un’invenzione” di qualcuno o un modo per strumentalizzare la Thunberg, ma un vero e proprio dramma in divenire.
È infatti sempre più in anticipo il cosiddetto Overshoot Day, ovvero il giorno in cui la Terra esaurisce tutte le sue risorse annuali; gli scienziati del Global Footprint Network, ideatori del metodo per calcolare il consumo delle risorse attraverso l’Impronta Ecologica, hanno stabilito che il pianeta dovrebbe esaurire le risorse il 31 dicembre, in tempo per rigenerarle per l’anno successivo; ma negli ultimi anni la data dell’Overshoot Day è stata sempre più spostata in avanti, passando da ottobre, come avveniva 30 anni fa, a settembre di 20 anni fa, fino al 29 luglio di quest’anno (in anticipo persino rispetto al 2018, in cui l’Overshoot si è avuto il 1° agosto): è questa, infatti, la data stabilita in cui si prevede che la Terra abbia esaurito le proprie risorse disponibili per tutti i dodici mesi.
Per capire cosa questo significhi e cosa potrebbe comportare, sfogliate la gallery.
Cos'è l'Overshoot Day
Per gli scienziati l’Overshoot Day è il giorno dell’anno in cui la nostra domanda di acqua, cibo, fibre, legno e assorbimento di anidride carbonica supera il complesso delle risorse biologiche che gli ecosistemi della terra sono in grado di rinnovare in un anno, ovvero la cosiddetta “biocapacità globale”.
Cosa significa
In pratica, dicono i ricercatori, è come se l’umanità utilizzasse le risorse di quasi due pianeti, 1,75 per l’esattezza.
Se consideriamo solo l’Italia, non c’è comunque da stare allegri: per le stime del Global Footprint Network, per soddisfare i consumi degli italiani servirebbero risorse pari a 4,7 volte quelle che l’Italia genera ogni anno.
Quanto velocemente consumiamo le risorse
Per gli studiosi del Global Footprint Network, che hanno generato l’Impronta ecologica per calcolare il consumo di risorse, attualmente a livello globale utilizziamo le risorse naturali a un ritmo 1,75 volte più veloce rispetto alla capacità di rigenerazione degli ecosistemi. Tradotto, significa che usiamo 1,75 pianeti Terra.
Sovrasfruttiamo il pianeta perché intacchiamo il suo capitale naturale, quindi compromettiamo sempre più la sua capacità futura di rigenerazione delle risorse.
Come consumiamo le risorse
Per ben il 60% per la cosiddetta “richiesta di natura” necessaria per l’assorbimento delle emissioni di anidride carbonica.
Dall’analisi del Food Sustainability Index, l’indice realizzato dalla Fondazione Barilla con The Economist Intelligence Unit, per invertire la tendenza, oltre a ridurre lo spreco di cibo, ad esempio, si potrebbe cercare di non pesare troppo sugli stock ittici, già sovrasfruttati per il 75%.
Qualche esempio
Cerchiamo di capire come nei vari paesi vengono sovrasfruttate le risorse del pianeta: ad esempio, se tutti vivessimo come gli abitanti degli Usa, avremmo bisogno di ben 5 pianeti, dato che negli Stati Uniti ogni cittadino spreca 95 Kg di cibo l’anno e le emissioni dei cosiddetti Greenhouse Gas, derivanti dai combustibili fossili, dalla produzione di elettricità e dai trasporti, sono tra le più alte del mondo.
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