Non è una challenge che parla di empowerment femminile; almeno, non è solo quello. Perché il trend Instagram che vediamo spesso in questi giorni, cui stanno partecipando anche moltissime celebrità in tutto il mondo, che consiste nel postare una propria foto in bianco e nero, con la caption #challengeaccepted accompagnata spesso da messaggi di emancipazione, non è nuovo, e la sua recente diffusione aveva scopi diversi dall’affermare i principi di sorellanza e solidarietà femminile.

Nato nel 2016, il trend #challengeaccepted inizialmente era infatti pensato per diffondere consapevolezza sul cancro, diventando poi parte integrante del discorso femminista via social, atto a trasmette messaggi positivi sul tema.

C’è chi, in questi giorni, si è interrogato sul perché di questa “nuova ondata” della challenge, sostenendo, come ad esempio l’influencer e responsabile marketing Cristine Abram, che a rappresentare lo sprone per riportarla in auge fosse stato il recente discorso di Alexandria Ocasio-Cortez al Congresso, indirizzato al senatore repubblicano Ted Yoho che l’ha apostrofata come “fucking bitch”.

Ma la realtà è un’altra: la challenge di Instagram è stata riproposta inizialmente allo scopo di porre l’accento sui numerosi casi di violenza di genere che da tempo funestano la Turchia, dove femminicidi, violenza e delitti d’onore sono all’ordine del giorno.

L’ultimo caso, negli scorsi giorni, è stato il brutale femminicidio della studentessa ventisettenne Pınar Gültekin, strangolata dall’ex compagno, data alle fiamme e poi gettata in un bidone della spazzatura, poi ricoperto con del cemento. Preoccupa, inoltre, quella che sembra essere la volontà del presidente Recep Tayyip Erdoğan di ritirarsi dalla Convenzione di Istanbul del Consiglio d’Europa, il trattato ratificato nel 2011 nato proprio al fine di prevenire la violenza, proteggere vittime di abusi domestici ed evitare l’impunità dei colpevoli.

La morte di Gültekin, una delle 120 donne uccise in Turchia finora quest’anno, principalmente per mano di partner e parenti, ha scatenato una fortissima ondata di proteste in tutto il Paese, anche al fine di raccogliere il sostegno degli altri politici scongiurando il ritiro della Convenzione di Istanbul, e dalle strade si sono spostate sul Web, con le foto in bianco e nero che richiamano alla mente quelle, pubblicate sui giornali, delle donne assassinate.

Infatti, tra gli hashtag da usare, oltre a #challengeaccepted figurano anche #İstanbulSözleşmesiYaşatır, o #EnforcetheIstanbulConvention.

Come detto, però, gli scopi della sfida sono stati travisati, pur mantenendo una matrice dichiaratamente femminista e tesa a rivendicare parità di diritti tra i generi; c’è però anche chi ha ritenuto opportuno scusarsi, per aver aderito alla challenge ignorandone gli obiettivi primari, come la comica Miranda Hart, che ha scritto, nel suo mea culpa

Sono una delle tante donne che non hanno studiato a fondo la #challengeaccepted e #blackandwhitechallenge. Anche se sono sempre grata di avere la possibilità di sostenere le donne che mi sostengono, questa ‘sfida’ riguarda la sensibilizzazione sugli atroci femminicidi in Turchia.

Solo nel 2019 sono state uccise 474 donne, il tasso più alto in un decennio che è sempre stato un drammatico crescendo di violenze, tanto da portare la Turchia al primo posto per numero di femminicidi nei 34 Paesi OCSE. E i numeri del 2020, complice il lockdown imposto dalla pandemia, potrebbero essere decisamente più alti.

Fermo restando l’importanza di usare i social per diffondere messaggi di sostegno fra donne, importante è però anche capire quali sono i veri motivi alla base di questa challenge, che oltre al bisogno di empowerment sta lanciando anche un vero e proprio messaggio di aiuto alla comunità internazionale.

Sfogliate la gallery per vedere alcune delle celebrità che hanno aderito alla sfida.

Il motivo per cui molte donne stanno postando foto di se stesse in bianco e nero
Fonte: instagram @cindycrawford
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