Ouverture Of Something That Never Ended è il titolo della mini-serie in 7 puntate, nata dalla collaborazione tra il direttore creativo della Maison Gucci, Alessandro Michele, e il regista Gus Van Sant. La serie, presentata nella cornice della GucciFest, l’evento online dedicato alla presentazione della nuova collezione del brand in questo anno senza sfilate, è un altro gesto rivoluzionario nato dall’estro creativo di Alessandro Michele, da tempo impegnato a sfruttare il linguaggio della moda per creare una visione libera e inclusiva, scardinando quelli che per anni sono stati i diktat del fashion system.

Questo è il primo episodio, trovate gli altri sempre sugli account di Gucci:

La serie è ispirata al concetto della fluidità di genere, tema molto caro alla Maison, e racconta le vicende di una donna, Silvia, vissute in una routine surreale e carica di simbolo, a cui fa da sfondo un’affascinante Roma, il tutto con la solita cifra caratteristica di Gucci in una commistione di linguaggi che, oltre alla moda, attingono all’arte, alla filosofia e al mondo performativo. La protagonista è interpretata dall’attrice e performer italiana Silvia Calderoni e molte delle scene sono girate nel suo appartamento romano.

Personalità magnetica e attrice simbolo della filosofia genderless sposata dal brand, in ogni puntata Silvia incrocia le vite di altri personaggi, interpretati da varie personalità celebri, amiche della Maison, tra cui il critico d’arte Achille Bonito Oliva, Billie Eilish e Harry Styles, quest’ultimo, volto ormai noto delle campagne del brand e icona di una nuova mascolinità, figlia della gender revolution ormai in atto in molti settori.

La scelta della protagonista della serie non poteva che ricadere su una personalità come quella di Silvia. Attrice, danzatrice e performer, la donna si fa interprete di un più ampio messaggio che mira a scatenare riflessioni sull’arte e l’identità in un linguaggio sempre più inclusivo e universale, manifesto del credo ideologico che la Maison intende celebrare. Queste le parole con cui Alessandro Michele descrive la protagonista e la sua personalità:

È un’artista eccezionale, non sarebbe stato possibile realizzare la serie senza di lei. Silvia ha portato in scena molte delle sue stesse idiosincrasie personali. Noi l’abbiamo seguita, osservata e ripresa esattamente nella sua essenza.

Del resto, la casa di moda Gucci non è nuova a gesti rivoluzionari che hanno il merito di ribaltare i codici stilistici vigenti nel fashion system in nome di una cultura della diversità e dell’inclusione che si fa sempre più urgente. Tra questi ricordiamo la scelta di far sfilare la modella Armine Harutyunyan, interprete di una bellezza non convenzionale, distante dai canoni estetici finora promossi dalla moda e dalla società e, purtroppo vittima di una compagnia di odio e body shaming ad opera di quella stessa società ancora troppo inconsapevole e chiusa.

È proprio in quest’ottica che l’impegno di una realtà famosa come quella di Gucci verso una nuova filosofia dell’inclusione assume un significato ancora più intenso, capace di far scaturire un dibattito sociale e culturale che manifesta un’urgenza per troppo tempo inascoltata.

Chi è Silvia Calderoni, performer protagonista della serie genderless di Gucci
Fonte: @silviacalderoni
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