I tempi cambiano, si sa, sembra una frase fatta (e talvolta lo è), ma non è questo il caso. Perché quella appena attuata dal famoso brand di lingerie Victoria’s Secret è, nel suo piccolo, una vera e propria rivoluzione, che vuole mandare un messaggio forte e chiaro e dare un taglio netto con il passato.

Il brand americano ha infatti annunciato che rinuncerà al suo simbolo più conosciuto, ovvero gli “angeli”, le top model che sfilavano in passerella in intimo contornate da ali, piume e impalpabili veli. Una svolta epocale fatta ufficialmente  in nome di una maggiore inclusività, e il segno che Victoria’s Secret voglia rispondere in maniera decisa a questa nuova esigenza di normalità, abbracciando la body positivity e proponendo modelli femminili più vicini a quelli della maggioranza, ma senza dubbio guidata anche da un cambio del mercato, che rischiava di lasciare l’azienda troppo indietro rispetto alle nuove esigenze delle clienti.

Pur avendo lanciato, negli anni, modelle meravigliose, da Alessandra Ambrosio a Giselle Bündchen, passando per Adriana Lima e Behati Prinsloo, il brand è stato spesso accusato di mostrare modelli estremamente stereotipati di bellezza, con ragazze altissime e magrissime, e sono ormai famose le “regole” necessarie per ambire a diventare un angelo, pubblicate da diversi giornali qualche anno fa (fra queste ricordiamo altezza minima 1,79 senza tacchi, giro fianchi di 60 cm e massa grassa inferiore al 18%, come spiegato dall’ex angelo Erin Heatherton, che ha lasciato Victoria’s Secret nel 2013). Un esempio ritenuto non edificante per i milioni di donne che finivano col mettersi a confronto con le top model, pensando fosse quello l’esempio di bellezza da raggiungere.

Per questo, negli anni VS ha tentato qualche timido passo verso nuovi e diversi modelli di bellezza, inserendo ad esempio Alexina Graham, la prima modella coi capelli rossi, e poi Ali Tate Cutler, la prima curvy, che per qualcuno però non era “abbastanza” curvy, essendo una taglia 46.

Tutto fino al clamoroso cambio di rotta di oggi, con la notizia dell'”eliminazione” degli angeli, in favore di nuove testimonial, donne famose per il loro impegno sociale, civile e testimonial di inclusività, come la capitana della squadra di calcio femminile USA Megan Rapinoe, attivista della comunità LGBTQ+ e sostenitrice della parità salariale, o la modella transgender Valentina Sampaio.

Insieme alle testimonial, è stato rinnovato anche il consiglio di amministrazione dell’azienda, che adesso è composto quasi esclusivamente da donne.

Quando il mondo stava cambiando, eravamo troppo lenti per rispondere – ha affermato al New York Times Martin Waters, ex capo del business internazionale di Victoria’s Secret e da febbraio amministratore delegato  – Dovevamo smettere di pensare a ciò che vogliono gli uomini per occuparci di quello che vogliono le donne.

Per questo la nuova responsabile del marketing, Martha Pease, ha deciso di espandere le linee di intimo ampliando la produzione di taglie, prevedendo anche quelle più grandi, e ha spinto per abbandonare lo stereotipo delle modelle magrissime passandole come ideale di perfezione. Le nuove modelle scelte, oltre a incarnare valori e fisicità diverse, contribuiranno anche a realizzare nuove linee, essendosi riunite in un gruppo chiamato VS Collective.

Peccato, però, che non tutt* sembrino aver apprezzato particolarmente la svolta body positive ed empowering di Victoria’s Secret: se c’è qualcun* che, sui social del brand, ha infatti ironicamente scritto “Siete in ritardo di 10 anni” o ha chiesto “Ci avete pensato solo adesso?” c’è anche chi – e sono per lo più donne, particolare interessante – scrive commenti come “Certo che passare da Candice a questo”, “Ridateci gli angeli” e “È l’inizio della fine”. Piuttosto curioso pensare come le stesse donne, che spesso reclamano a gran voce il sacrosanto diritto di non piegarsi ai cliché del male gaze che tanto male hanno fatto alla figura femminile, siano poi le prime a lamentarsi del fatto che un brand di intimo tanto prestigioso abbia deciso di rendersi più inclusivo mostrando corpi e forme diverse e più reali.

C’è però anche chi ritiene la scelta di VS sia sì inclusiva, ma non fino in fondo, avendo dimenticato, ad esempio, le persone con disabilità.

La diversità non è solo nelle taglie – scrive l’attivista Jessica Emily Quinn – ma la variazione dei modi che fanno il nostro mondo. Amo vedere diverse età, colori, etnie, orientamenti sessuali, ma non dobbiamo lasciare la disabilità indietro.

Per il momento, prendiamo quanto di buono c’è nel gesto di Victoria’s Secret. Conosciamo le nuove modelle in gallery.

Victoria's Secret rinuncia ai suoi "angeli": chi sono le nuove modelle scelte
Fonte: instagram @victoriassecret
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