Ci risiamo. Gli haters e i leoni da tastiera non mancano mai – purtroppo – di fornire materiale per ravvivare il sempiterno dibattito su dove finisca la libertà di opinione (e di espressione) e cominci invece il mondo della denigrazione gratuita, grazie all’immunità offerta suo malgrado dallo schermo virtuale che divide gli “odiatori seriali” del web dalle loro vittime.

Stavolta a denunciare, più con una compassione quasi paternalistica che con rabbia, l’ennesimo esempio di shit storm è stata Paola Turci, che ha commentato il video, pubblicato su Instagram da Fedez, del discorso, durante il concerto del Primo Maggio, in cui ha letto, elencandone una a una, tutte le affermazioni omofobe di alcuni politici leghisti.

Discorso che è diventato oggetto di discussione praticamente dal momento in cui è stato pronunciato, e che ha provocato la reazione veemente anche della parte politica presa in causa, la quale, piuttosto che prendere le distanze condannando le infelici frasi (ricordiamo che parliamo di affermazioni come “Se avessi un figlio gay lo brucerei nel forno”), ha ben pensato di scavare nel passato artistico di Fedez alla ricerca di versi omofobi, per evidenziarne l’incoerenza, o lo ha accusato di aver fatto poco per i lavoratori. Accuse che il rapper ha rispedito al mittente.

Turci, congratulandosi con Fedez per il discorso, ha anche ricordato la grande manifestazione, prevista per l’8 maggio in piazza della Scala, a Milano, per il ddl Zan, calendarizzato in Senato dopo l’opposizione proprio della Lega.

Questi sono alcuni dei commenti che la cantante ha ricevuto sotto il suo commento.

Fonte: instagram @fedez
Fonte: instagram @fedez
Fonte: instagram @fedez
Fonte: instagram @fedez
Fonte: instagram @fedez

Paola Turci ha risposto, come detto, sui suoi social.

Vorrei dire a tutti quelli che con imbarazzante superficialità rispondono al messaggio di stima e sostegno che ho...

Pubblicato da Paola Turci su Martedì 4 maggio 2021

Vorrei dire a tutti quelli che con imbarazzante superficialità rispondono al messaggio di stima e sostegno che ho scritto a @fedez con parole tipo zoccola, lesbica, vecchia, mostrano tutta la loro infelicità e mi dispiace per loro. A quelli che dicono che le parole offensive contro i neri e i gay non moriranno mai e che non c’è niente di male a dirle, che non esiste un’altra famiglia se non quella composta da padre e madre, che il ddl Zan mette in discussione la libertà di espressione e addirittura cos’è l’ uomo e cos’è la donna invece suggerisco di leggere il disegno di legge (è breve) o ascoltare le parole di chi lo ha scritto (@alessandro.zan). Si può non essere d’accordo e il diritto di opinione è sacrosanto ma è necessario, per la salute nostra e del nostro Paese, che i diritti a tutela delle persone siano uguali per tutti. Per questo devono essere applicati.
Infine, a chi dice che sabato 8 maggio la manifestazione a sostegno del ddl Zan organizzata dai @isentinellidimilano non si deve fare per problemi di assembramento, sappiate che verranno applicate e rispettate tutte le misure necessarie (distanziamento mascherine controlli etc) come nelle altre manifestazioni (pacifiche, ben organizzate e controllate).
Un sorriso a tutti voi. 

C’è davvero poco da aggiungere alle parole di Turci, se non che occasioni come questa non fanno altro che mettere in luce la pochezza, di argomentazioni ma anche umana, di chi scrive certi commenti, convinti e convinte che essendo su un social il loro comportamento sia del tutto giustificabile e godendo di quell’impunità che passa, ad esempio, dal trincerarsi dietro un semplice profilo fake o anche solamente dal fatto di sentirsi liberi di dire le cose peggiori sbandierando solo l’ostentato “diritto di opinione”.

Porsi in maniera violenta, verbalmente, nei confronti di un’altra persona, o insultarla gratuitamente non è diritto di opinione, e non lo possiamo spacciare per tale. Questi commenti danno in realtà solo una definizione di chi li fa, ma sono comunque pericolosi, soprattutto in un Paese dove una categoria di persone sta ancora lottando per veder riconosciuti i propri diritti.

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