Nessun allarme: il caffè non fa male. A sollevare un polverone, infatti, era stata la proposta dell’associazione “The Council for Education and Research on Toxics” secondo cui – come scrive l’agenzia di stampa Ansa.it – ci sarebbe stato un potenziale di rischio a causa dell’esplosione di una sostanza chimica, l’acrilammide, che viene generata durante la torrefazione ad alte temperature. Insomma il caffè come le sigarette: avrebbe potuto costituire un pericolo per la salute degli uomini. E, invece, no secondo un’altra ricerca tutta italiana.

Secondo l’associazione americana, dunque, l’acrilammide è potenzialmente una sostanza carcinogena: il National Cancer Institute elenca il caffè come una delle maggior fonti di acrilammide, così come lo sono le patatine fritte, i salatini, i biscotti, i cracker e diversi altri prodotti. La stessa Nci ha raccomandato di diminuire il tempo di cottura per ridurre il contenuto di acrilammide nel cibo. Tuttavia, in termini di malattia, numerosi studi non sono stati in grado di provare che l’esposizione nel cibo all’acrillamide porti con sé il rischio di cancro. Da qui l’idea di proporre un’etichetta per il rischio cancro negli Usa.

A rispondere agli americani ci pensa, però, un recente studio dell’università di Catania, pubblicato su “Annual Review of Nutrition” e riportato dal “Washington Post” secondo cui non ci sarebbe alcun rischio per la salute: il caffè è anzi un toccasana. La ricerca epidemiologica, nello specifico, ha individuato “evidenze probabili” che il consumo di caffè sia associato ad una diminuzione dei rischi di vari tipi di tumore, diabete, morbo di Parkinson e malattie cardiovascolari, come riportato da Repubblica.it. Ottimi risultati si riscontrano soprattutto per il Parkinson dove la riduzione delle probabilità tocca il 30%.

A produrre questi benefici sarebbero soprattutto le sostanze antinfiammatorie presenti nel caffè. Unico danno che potrebbe produrre la caffeina è per le donne in gravidanza che rischierebbero l’aborto più della media.

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