Sono più di 100 le bambine e le adolescenti texane di età pari o inferiore a 17 anni che si sono rivolte ad altri Stati per abortire nel corso del primo anno in cui il Texas ha vietato la procedura, senza eccezioni.

Almeno 6 sono bambine di età pari o inferiore a 11 anni.

Chi protegge l’infanzia dall’ideologia “pro-vita”?

Nel 2022, dopo l’annullamento della Roe v. Wade, che di fatto ha lasciato libertà ai singoli Stati, il Texas ha adottato una delle normative sull’aborto più severe degli USA:  abortire è illegale (quasi) sempre, senza eccezioni per

  • Stupro
  • Incesto
  • Anomalie fetali

Quanto al “quasi”, l’unica eccezione riguarda il pericolo immediato di vita per la madre, ma la legge è vaga e molti medici rifiutano l’intervento finché c’è battito fetale.

Non a caso il Texas ha il tasso di mortalità materna tra i più alti della nazione, e un recente report informa che l’80% delle morti correlate a gravidanza era evitabile. Ma la situazione è anche peggio di quel che sembra fin qui.

Mancano i dati aggiornati: una vera e propria censura

Il grosso problema è che i dati del rapporto sono vecchi, e si riferiscono ai decessi del 2020, prima del divieto quasi totale di aborto in Texas dal 2022.

Né c’è volontà di aggiornarli, semmai di ometterli, visto che a settembre il governatore del Texas, con la scusa di prediligere dati più recenti, ha deciso che il comitato di revisione della mortalità materna non analizzerà i dati dal 2022 al 2024. Nulla di nuovo sotto il sole dell’America anti-choice dove, a novembre, la Georgia ha licenziato 32 membri del comitato per sostituirli con nominativi “amici”; sul modello di quanto fatto a marzo dalla governatrice repubblicana dell’Arkansas Sarah Huckabee Sanders che ha creato il proprio gruppo consultivo sulla salute materna.

L’ideologia che si pretende pro-vita, non uccide solo le madri!

Torniamo infatti alle bambine e ragazze costrette ad andare ad abortire altrove.
Posto che l’età del consenso in Texas coincide con i 17 anni si tratta di gravidanze frutto di abusi – spesso stupri e incesti.
Costringere bambine a portare avanti gravidanze precoci è violenza. Violenza sull’infanzia, nella fattispecie.

Parliamo di violenza psicologica, medica, domestica e non ultimo fisica.
Infatti, le gravidanze in minori aumentano i rischi di:

  • Parto prematuro
  • Preeclampsia
  • Disturbo da stress post-traumatico
  • Danni permanenti alla salute e rischio infertilità futura
  • Incremento del rischio di mortalità perinatale

Pensate al trauma di partorire un bambino quando si è ancora bambine.

Dice la Dr. Tracey Wilkinson, aggiungiamo pure:

A patto di sopravvivere al parto, e a tutto il resto!

Il paradosso pro-life

L’ideologia cosiddetta “pro-vita”, che nega il diritto all’aborto in nome della difesa della vita nascente e dell’infanzia, così facendo uccide, traumatizza, mutila e massacra i corpi di altre bambine. Un bel paradosso per chi dichiara di avere a cuore l’infanzia.

Fonte dei dati

Induced Terminations of Pregnancy (ITOP) Statics | hhs.texas.gov
Texas Maternal Mortality and Morbidity Review Committee and Department of State Health Services Joint Biennial Report 2024

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