Sui social e su alcuni media si è scatenato un dibattito attorno al tutorial per fare la spesa sui tacchi, andato in onda martedì 24 novembre nel programma della Rai Detto Fatto.

Alla vigilia della giornata che promuove l’eliminazione della violenza contro le donne, violenza frutto di una cultura maschilista che ha contribuito a formare la visione della “donna oggetto”, nella fascia pomeridiana la tv generalista insegnava alle donne come aggirarsi con passo felpato e seducente fra le corsie del supermercato, evitando le arrampicate sugli scaffali per raggiungere la merce più in alto, sostituendole con pose aggraziate, in punta di piedi e con la schiena arcuata.

A dirigere il tutorial l’insegnante di heels dance, ballerina e pole dancer Emily Angelillo, che nel suo fisico statuario mostrava passo passo tutto ciò che, idealmente, le “desperate housewives” di tutti i giorni dovrebbero replicare nei supermarket. Nell’account Instagram della trasmissione c’era un video che mostrava il tutorial, poi frettolosamente tolto, forse per mettere una pezza in seguito allo scoppio della polemica.

Per capire di cosa parliamo, però, basta vedere questi tweet.

Spoiler alert: questo non è un articolo che critica le donne che vanno a fare la spesa in tacchi. Né quelle che ci vanno vestite in modo sexy, e neppure verso le donne che vanno a fare la spesa “per cuccare”, come ha detto la conduttrice, Bianca Guaccero, individuando proprio nel supermercato un luogo per possibili incontri. La regola, sotto questo punto di vista, è sempre e solo una: comportarsi (e vestirsi, ovviamente) secondo ciò che ci fa sentire a nostro agio.

Il problema, semmai, sta nella discutibile utilità di un tutorial che insegna alle donne il modo “giusto” per andare a fare la spesa, considerando di conseguenza come sbagliato tutto ciò che non vi rientra. Far capire che una donna può essere “pazzesca” solo su un tacco dodici, se ammicca o inarca la schiena in maniera seducente mentre prende il barattolo di fagioli, non contribuisce né a liberarci dall’ipersessualizzazione della figura femminile già affrontata, ad esempio, ne Il corpo delle donne di Lorella Zanardo, né ad abbattere la divisione per categorie, cui le donne sono ampiamente sottoposte fin dalla notte dei tempi: basti pensare alla dicotomia gatta morta/figa di legno, per capire di cosa parliamo.

Il programma, nel frattempo, è stato temporaneamente sospeso, dopo che tantissime critiche erano piovute anche dal mondo politico, che ha chiesto provvedimenti sia al direttore di rete Ludovico Di Meo che all’amministratore delegato Rai, Fabrizio Salini.

Non so se l’intenzione fosse ironica, ma quello che è andato in onda ieri su RaiDue, nel corso della trasmissione Detto Fatto offre un’immagine della donna stereotipata e indegna del servizio pubblico – dice la portavoce della conferenza delle donne democratiche Cecilia D’Elia – La cosa, già grave in sé, lo è resa ancora di più dal fatto che avveniva proprio alla vigilia della giornata per l’eliminazione della violenza sulle donne. Salini e i dirigenti Rai devono rispondere di quanto accaduto all’opinione pubblica e alle donne. La Rai così non può andare avanti.

Proprio Salini ha definito quanto andato in onda martedì “un episodio gravissimo, che nulla ha a che vedere con lo spirito del servizio pubblico e con la linea editoriale di questa Rai. Ovviamente  – ha aggiunto Salini – ho avviato un’istruttoria per accertare responsabilità e stiamo facendo valutazioni sul futuro di questo programma”.

Anche Di Meo aveva detto “Indagheremo su quanto è accaduto e sulle responsabilità” e, pur difendendo i valori di Rai2, non ha potuto fare altro che rimarcare l’errore.

Detto fatto è una trasmissione che ha la sola aspirazione, se possibile, di far divertire – ha dichiarato nella giornata di mercoledì – Il programma ieri è incappato in un gravissimo errore, non certamente voluto, del quale io per primo mi scuso con le telespettatrici e i telespettatori. Nonostante non fosse nelle intenzioni avvalorare stereotipi femminili negativi – che tutti sono d’accordo nel biasimare e condannare – si è sopravvalutata la carica ironica a dispetto di una chiave che è risultata chiaramente offensiva.

In attesa di conoscere il destino futuro della trasmissione, quel che è certo è che mercoledì la puntata prevista non è andata in onda.

La promessa, ovviamente, è che un episodio del genere non accada più: “Sarebbe contrario allo spirito del programma e ai valori civili della conduttrice, degli autori, e di Rai2”, afferma il direttore di rete. Eppure, la Rai non è neanche del tutto nuova a scivoloni di questo genere; pensiamo al bizzarro elenco dei motivi per cui “È meglio sposare una donna dell’Est”, andato in onda nel 2017 nel programma Parliamone sabato, con Paola Perego.

Se l’avessero interpretato in una maniera dichiaratamente ironica, un po’ in stile Martina Dell’Ombra, per intenderci, ovviamente il tutto avrebbe avuto un altro significato; così, invece, si è finito solo con il rimarcare che una donna è appetibile solo se presenta determinate caratteristiche estetiche, e che il suo scopo principale è quello di vestirsi e atteggiarsi per piacere agli uomini, non per stessa.

Che poi, a ben pensarci, c’è un ulteriore punto: anche ammettendo che il tutorial rivendicasse una finalità di parità – “Vado a fare la spesa come mi pare, e se voglio essere guardata mi faccio guardare” -in nome di una (legittima) libertà d’azione che a un uomo difficilmente è contestata, allora aspettiamo con impazienza anche un tutorial su come andare a fare la spesa per gli uomini. Così da insegnare anche a loro come piegarsi in maniera seducente per prendere lo zucchero, o come sculettare mentre spingono il carrello. Aspettiamo fiduciosi.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!