I dati relativi ai nuovi contagi donano sempre più speranze agli italiani: il COVID-19 è in ritirata. È ancora presto per dire che il peggio è alle spalle. Occorre prudenza per qualche altra settimana. In questi mesi di lockdown abbiamo imparato a conoscere molti medici italiani frequentemente ospiti in TV. Tra questi c’è la virologa Ilaria Capua.

Ieri la dottoressa è stata ospite a “diMartedì”, il programma di attualità che va in onda ogni martedì sera su LA7.
La Capua è tornata sull’argomento coronavirus e ha spiegato perché, secondo lei, la Lombardia è stata la regione italiana più colpita in assoluto.

A suo avviso, tra le tante cause ce n’è una molto specifica: i treni che circolano in Lombardia, da lei definiti “molto sporchi e vecchi, caratteristiche che a suo avviso hanno “contribuito a diffondere il contagio”.

Perciò secondo la dottoressa Capua sistemare la rete dei treni che girano intorno alla Lombardia sarebbe “una delle migliori operazioni di sanità pubblica”.

Inoltre secondo la virologa un ruolo importante nella diffusione così estesa del virus potrebbe averlo giocato anche l’inquinamento. Com’è noto, la Pianura Padana è uno dei territori italiani con l’aria più inquinata in assoluto.
“Bisogna capire qual è l’inquinamento che ci dà più problemi: delle macchine, delle caldaie, degli allevamenti, dell’agricoltura?”, si chiede.

Inoltre la Capua si augura che con l’arrivo della “boccata d’aria” rappresentata dai finanziamenti che arriveranno dall’Europa, l’Italia possa investire sulla propria sanità pubblica, per trovarsi più preparata in futuro.

Infine secondo l’esperta affermare che il virus si indebolisca con il caldo non corrisponde alla verità. Per evitarne il ritorno a suo avviso basta rispettare le norme che ci vengono ripetute da mesi: distanziamento sociale, mascherine e un’attenzione accresciuta per l’igiene personale.

Le sue tesi sono in evidente contrasto con quelle di Guido Silvestri, virologo italiano da tempo operante negli Stati Uniti d’America. A suo avviso il caldo gioca un ruolo importante. A supporto di questa teoria Silvestri spiega che negli USA il 79% dei decessi è avvenuto nelle regioni del Nord e il rimanente 21 in quelle meridionali, dove il clima è più caldo.

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