In Indonesia il Covid sta uccidendo 100 bambini a settimana
In Indonesia i dati sul Covid sono in costante aumento, così come il numero delle vittime più piccole: 150 i bambini sotto i 5 anni morti in una sola settimana.
In Indonesia i dati sul Covid sono in costante aumento, così come il numero delle vittime più piccole: 150 i bambini sotto i 5 anni morti in una sola settimana.
Da ormai un anno e mezzo tutto il mondo sta facendo i conti con il Covid e, mentre in Europa si discute e si litiga sul Green pass e sulle presunte, possibili privazioni alla libertà personale, in Indonesia il virus sta mietendo vittime soprattutto fra la popolazione più giovane. Parliamo di bambini.
Contrariamente a quanto si è spesso detto rispetto a questo virus, che si pensava non portasse conseguenze gravi ai più piccoli, quanto sta accadendo nel Paese asiatico fornisce un quadro della situazione davvero agghiacciante, riportato dal New York Times: solo nel mese di luglio sono morti oltre 100 bambini a settimana, il tasso più elevato al mondo, ha spiegato al quotidiano newyorkese il dottor Aman Bhakti Pulungan.
L’aumento esponenziale delle giovani vittime coincide con l’espandersi della variante Delta, che ha colpito in maniera molto dura soprattutto il Sudest asiatico, e quei Paesi, come Malesia, Thailandia, Vietnam, Myanmar, dove a fronte di un’alta densità di popolazione ci sono tassi di vaccinazione ancora molto bassi.
L’Indonesia, quarto Paese con più abitanti al mondo, nel mese di luglio ha superato India e Brasile per numero di contagi quotidiani, diventando il nuovo epicentro della pandemia. 50 mila nuovi casi e 1.566 vittime solo nella giornata del 23, afferma il governo. Anche se i dati forniti, a dire la verità, non sono del tutto chiari: si parla infatti di casi in aumento, ma non si precisa rispetto a quale arco temporale, e non si conoscono i dati riferiti a qualche mese fa. Senza contare la scarsa disponibilità di tamponi e, come detto, di vaccini; dall’inizio della pandemia, spiega il NYT, l’Indonesia ha registrato più di 3 milioni di casi e 83 mila vittime, ma i numeri potrebbero essere decisamente più alti, proprio a causa della scarsità di tamponi.
Il ministro della Salute Budi Gunadi Sadikin ne aveva promessi 400 mila al giorno, ma la realtà è che anche la settimana appena passata ne sono stati fatti solo 115 mila, il 30% dei quali era positivo, a riprova del fatto che la pandemia si sta rapidamente diffondendo.
Se a questo aggiungiamo una scarsa preparazione all’emergenza delle strutture sanitarie, allora è facile capire che, in una situazione limite quale quella che stiamo affrontando, tutti, bambini compresi, rischiano di più.
La società di pediatria afferma che, oggi, i bambini rappresentano il 12,5% dei contagiati confermati, una vera e propria impennata rispetto ai mesi precedenti; tra il 28 giugno e il 4 luglio, sono stati riscontrati 11.872 casi tra i bambini, un aumento rispetto ai 7.329 della settimana precedente e ai 5.255 della settimana prima, e il dottor Aman spiega che solo nella settimana del 12 luglio 150 sono morti a causa del Covid, la metà dei quali aveva meno di 5 anni.
Dall’inizio della pandemia le vittime con un’età inferiore ai 18 anni sono state più di 800, il 50% delle quali avevano meno di 5 anni. Malnutrizione, obesità o diabete erano le condizioni caratterizzanti la gran parte di questi bambini, che come sappiamo sono condizioni di maggiore vulnerabilità al Covid. A questo dobbiamo aggiungere il ritmo lentissimo a cui stanno procedendo le immunizzazioni nel Paese: solo il 16% degli indonesiani ha ricevuto una dose di vaccino, appena il 6% ha completato il ciclo. Solo recentemente le vaccinazioni sono state aperte alla fascia 12-18, mentre al di sotto dei 12 anni non è previsto vaccino.
Altro problema, la saturazione delle strutture ospedaliere:
Se i bambini si ammalano non abbiamo dove portarli. I pronto soccorso sono ingolfati dagli adulti, che devono aspettare giorni per essere curati.
Il sovraffollamento degli ospedali contribuisce però in un’altra maniera, visto che costringe a far tornare a casa, per continuare l’isolamento, i genitori, i quali spesso e volentieri non rispettano le misure imposte. Pesano inoltre anche le tradizioni, come quella che mette a rischio i neonati, i quali possono essere contagiati dalle continue visite a casa di parenti, conoscenti e vicini di casa, che non rispettano i protocolli sanitari.
Finora i bambini sono stati le vittime nascoste di questa epidemia, ma non è più così – afferma Yasir Arafat, consigliere sanitario per l’Asia di Save the Children – Ci sono Paesi come l’Indonesia che stanno registrando numeri record di bambini uccisi dal virus, ma al tempo stesso vediamo un aumento allarmante di bambini che non ricevono vaccinazioni e servizi nutritivi di routine, che sono fondamentali per la loro sopravvivenza. Questo dovrebbe far suonare un campanello d’allarme.
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
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