Influenza, 112 morti da settembre: fra questi 11 bimbi

Tutti i casi si sarebbero potuti evitare attraverso la vaccinazione, secondo gli esperti dell'Istituto Superiore della Sanità poiché, seppur il vaccino non sempre è in grado di evitare l'influenza, ne previene comunque le forme più gravi.

Sono 112 i morti da settembre ad oggi a causa del virus: a riportarlo è l’agenzia di stampa Ansa.it. Tra i deceduti ci sono anche 11 bambini sotto i 14 anni: 588 sono stati i casi gravi che hanno previsto il ricovero in terapia intensiva, tra questi anche due donne in gravidanza decedute. A pubblicare il report è Flunews, a cura dell’Istituto Superiore di Sanità, che ha monitorato i decessi causati dall’influenza che in questi mesi si è abbattuta sul nostro Paese. In particolare, nell’ultima settimana, la sesta del 2018, sono stati segnalati 12 casi gravi e 1 decesso ma i dati restano in continuo aggiornamento.

Tutti i casi si sarebbero potuti evitare attraverso la vaccinazione, secondo gli esperti dell’Istituto Superiore della Sanità poiché, seppur il vaccino non sempre è in grado di evitare l’influenza, ne previene comunque le forme più gravi. Continua, infatti, la battaglia del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin che, sul tema vaccini, non ha mai fatto un passo indietro ribadendo la necessità dell’obbligatorietà di alcune vaccinazioni nonostante le resistenze dei no-vax.

In merito agli 11 bambini e ragazzi con meno di 14 anni che sono deceduti da settembre ad oggi, si precisa che presentavano tutti condizioni di rischio. Diversamente dallo scorso anno, invece, i livelli di mortalità degli ultra 65enni sono al di sotto delle attese. Numeri che, però, vanno presi con le pinze visto che, come precisano gli esperti, sono sottostimati: riguardano solo i casi in cui l’influenza è stata confermata da esame di laboratorio.

I medici, infine, ricordano come l’influenza sia in grado di uccidere i pazienti perché provoca una polmonite virale primaria, quando il virus influenzale arriva direttamente ai polmoni e può essere letale soprattutto per chi è affetto da malattie cardiache e respiratorie croniche. Può uccidere anche per le conseguenze che provoca, indebolendo ad esempio l’organismo e rendendolo sempre più esposto a infezioni batteriche come la polmonite da pneumococco.

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