J.K. Rowling è di nuovo al centro di una polemica per delle accuse di transfobia, situazione che non è nuova per la scrittrice di Harry Potter.  Alla base di queste nuova accuse alcuni post condivisi sul suo profilo Twitter, in particolare un articolo di devex.com dal titolo (tradotto): “Creare un mondo più equo nel post-COVID per le persone che hanno le mestruazioni”.

Come commento all’articolo la Rowling scrive: “Persone che hanno le mestruazioni? Sono sicura che una volta c’era un termine per queste persone. Qualcuno mi aiuti”. Subito dopo scrive tre parole inglesi simili a ‘woman’, il vocabolo che in italiano significa ‘donna’.

Quello della Rowling è un tweet che, con un giro di parole stilistico, esprime una sua idea molto chiara: se hai le mestruazioni sei una donna, senza eccezioni. Molti follower l’hanno attaccata nei commenti, accusandola di transfobia.

Molti commenti hanno criticato questa enigmatica frase della Rowling ma, come detto, la scrittrice britannica non è nuova agli scontri virtuali con le persone trans (o con i loro supporter): nel dicembre del 2019 la scrittrice prese le difese di Maya Forstater, una donna che scrisse sul suo profilo Facebook che chi fa un percorso per cambiare sesso (da uomo a donna) non può considerarsi donna.

Solo che stavolta a rispondere all’infelice uscita – che nei tweet successivi la Rowling ha cercato di aggiustare – ha pensato Daniel Radcliffe, l’attore che ha trovato il successo proprio nel ruolo del suo Harry Potter, scrivendo di suo pugno una breve lettera sul sito di The Trevor Project, organizzazione nata nel 1998 allo scopo di prevenire i tanti casi di suicidio di persone trans, non binarie, omosessuali.

Mi rendo conto che alcuni organi di stampa vorranno probabilmente dipingerlo come un conflitto tra J.K. Rowling e me, ma non è proprio di questo che si tratta, né è importante in questo momento. Jo è indiscutibilmente responsabile del corso che la mia vita ha seguito, ma come persona che ha avuto l’onore di lavorare, e continua a contribuire, al Trevor Project nell’ultimo decennio, e proprio come essere umano, mi sento obbligato a dire qualcosa in questo momento.

Spiega Daniel.

Le donne transgender sono donne. Qualsiasi affermazione contraria cancella l’identità e la dignità delle persone transgender e va contro ogni consiglio dato dalle associazioni sanitarie professionali, che hanno molta più esperienza in materia rispetto a Jo o di me. Secondo il Trevor Project, il 78% dei transgender e dei giovani non binari ha riferito di essere stato oggetto di discriminazione a causa della propria identità di genere. È chiaro che dobbiamo fare di più per sostenere le persone transgender e non binarie, non invalidare le loro identità causando ulteriori danni.

Sto ancora imparando a essere il miglior alleato possibile per loro, quindi se volete unirvi a me per saperne di più sulle identità transgender e non binarie date un’occhiata alla guida del Trevor Project, per diventare anche voi un aiuto per i giovani transgender e non binari. È una risorsa educativa che copre una vasta gamma di argomenti, comprese le differenze tra sesso e genere, e condivide le migliori pratiche su come sostenere le persone transgender e non binarie.

Per chiunque adesso sia rimasto deluso, mi dispiace profondamente per il dolore che questi commenti vi hanno causato. Spero davvero che non perdiate del tutto quello che la storia di questi libri vi ha insegnato, che l’amore è la forza più forte dell’universo, capace di vincere qualsiasi cosa; che la forza si trova nella diversità e che le idee dogmatiche di purezza portano all’oppressione dei gruppi vulnerabili; o se ritenete che un determinato personaggio sia fluido trans, non binario, o che sia gay o bisessuale; se avete trovato qualcosa in queste storie che vi sono affini e vi hanno aiutato in qualsiasi momento della vita, allora questo resta tra te e il libro che leggi, ed è sacro. E secondo me nessuno può toccarlo.

L’amore sempre,
Dan

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