Kikue Yamakawa: tutto sulla scrittrice femminista più famosa del Giappone

Nacque a Tokyo il 3 novembre 1890 e fu una delle fondatrici della Red Wave Society (l’Onda Rossa), l’associazione socialista Sekirankai. Pubblicò un manifesto in sei punti per chiedere tutela e pari diritti per le donne del suo Paese.

Non è possibile parlare della storia del femminismo senza citare Kikue Yamakawa, la scrittrice e attivista giapponese che fu una delle fondatrici della Red Wave Society (l’Onda Rossa), l’associazione socialista Sekirankai. Nacque a Tokyo il 3 novembre 1890 e grazie allo status privilegiato della sua famiglia poté frequentare un college privato femminile, l’accademia di lingua inglese Joshi Eigaku Juku. Durante i suoi studi, Kikue, iniziò ad avere opinioni contrastanti riguardo ai suoi insegnamenti che trovava troppo idealisti e completamente avulsi dalla realtà.

Durante il college, incontrò l’editore del periodico femminista Seitō, Hiratsuka Raicho e iniziò a scrivere molti articoli fino a essere coinvolta nel movimento Bluestockings, Seitōsha. Da qui il passo verso l’attivismo politico con i Sekirankai negli Anni ’20 fu breve. L’obiettivo dell’associazione e, anche quello in cui credeva Kikue, era la demolizione del capitalismo, considerato la principale forza sistemica oppressiva contro le donne. La scrittrice combatteva per la parità salariale, la protezione delle madri e la prevenzione della prostituzione.

Kikue Yamakawa aiutò anche a organizzare una serie di conferenze sui diritti femminili al Kanda Seinen Kaikan e nel 1925, quando il partito comunista giapponese si ristabilì, pubblicò un manifesto in sei punti, che tutt’ora suona attuale e innovativo:

  • Abolizione del sistema familiare patriarcale e di tutte le leggi che impongono e creano la disuguaglianza tra uomini e donne.
  • Pari opportunità nell’istruzione e nel lavoro.
  • Abolizione del sistema della prostituzione autorizzata.
  • Garantire un salario minimo uguale, indipendentemente dal sesso o dall’etnia.
  • Pari retribuzione per uguale lavoro.
  • Tutela della maternità.

All’epoca, il Partito accettò tutto tranne il punto sull’abolizione della prostituzione. Per quanto riguarda il movimento per il suffragio femminile chiamato Shin Fujin Kyōkai (Associazione delle Nuove Donne), Kikue ne rimase relativamente indifferente. L’attivista pensava che concentrarsi sul diritto di voto, senza alcuna critica costruttiva su ciò che la società doveva essere, avrebbe perpetuato la disuguaglianza delle donne, utilizzandole come armi della dittatura. Yamakawa portò avanti la sua attività di scrittrice fino alla sua morte, avvenuta nel 1980.

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