Sembra preoccupato lo scrittore Andrea Camilleri, celebre creatore del personaggio divenuto famoso in tutto il mondo, ossia il Commissario Montalbano. Ad impensierirlo sembra essere il processo di invasione della lingua italiana che ultimamente sta prendendo il sopravvento: ad invaderla sono sempre più “inglesismi” e varie parole inglesi che soppiantano le corrispondenti parole nella nostra lingua. Camilleri cita a cattivo esempio un discorso del premier Mario Monti, che spessissimo parla con naturalezza di “spending rewiev”, “spread”, “election day”, “austerity”. Una cosa che non fa bene alla nostra lingua. Precisamente, lo scrittore parla di “colonizzazione” da parte di altre lingue.

Non posso che dirmi d’accordo con lo scrittore. In questi anni in cui la tecnologia si sta prepotentemente inserendo in tutte le nostre vite, con la diffusione a macchia d’olio dell’inglese, che viene insegnato fin dalla più tenera età, come lingua ufficiale mondiale, si sta assistendo ad un progressivo indebolimento della presenza della lingua italiana prima di tutto come espressione della nostra nazionalità e anche del sentimento che abbiamo per lei. Oltre a questi termini inglesi, anche certi neologismi rovinano il suono della nostra lingua. Sento con orrore parole come “downloadare”, “loggare”, “googlare”, “shakerare”, soprattutto nelle bocche dei più giovani, e provo un odio profondo e sincero per il vizio che hanno preso quest’ultimi nello scrivere in maniera criptica “cmq” “ke” “xke” ecc. Anche queste abbreviazioni logorano la lingua, abituano alla fretta, all’approssimazione.  Ma se le abbreviazioni possono essere circoscritte a un effetto della tecnologia che è collaterale in qualunque paese, la colonizzazione della nostra lingua è un fenomeno preoccupante, perchè si può dire che sta quasi per essere assoggettata. La lingua inglese ha invaso con i suoi termini un po’ tutta l’Europa, inserendosi grazie alla sua versatilità e semplicità, ma una cosa è semplificare una lingua ed evolverla, cosa normale e fisiologica in qualunque lingua moderna, una cosa è arrendersi completamente ai neologismi dimenticando le origini e la bellezza di una lingua come l’italiano, che si è sviluppata in maniera completamente differente alle altre.

Diciamo che riflette anche la posizione attuale dell’Italia nell’Unione Europea. Citiamo, per esempio, che da alcuni anni nell’Unione Europea gli atti non vengono più tradotti nella nostra lingua, e la cosa è passata quasi inosservata, senza che nessun politico protestasse. L’Italia è uno dei Paesi fondatori, credo che sia grave. Oppure, Camilleri stesso ricorda un espisodio in cui si è trovato ad essere membro della giuria internazionale del Premio Italia annualmente indetto dalla Rai con sede a Venezia. La lingua ufficiale dell’evento era l’inglese. Perchè? Mentre, come è naturale, la lingua ufficiale in Francia, del Festival di Cannes è il francese, la lingua ufficiale in Germania del Festival di Berlino è il tedesco.

Non mi sono mai informata quale sia la lingua ufficiale del Festival del Cinema di Venezia.

Non credo la risposta sia così ovvia.

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