La rivolta degli utenti contro WhatsApp
Gli utenti Android in rivolta contro il canone annuale di WhatsApp. "Il periodo di prova è terminato!" ora bisogna pagare.
Gli utenti Android in rivolta contro il canone annuale di WhatsApp. "Il periodo di prova è terminato!" ora bisogna pagare.
I forum di telefonia e la pagina download di WhatsApp sono invase da proteste:
“Cos’è il canone della Rai?”.
“Nulla contro le app a pagamento, ma dovrebbero esserlo fin da subito e non diventarlo in seguito… Per me è una cialtronata”.
“Non è la cifra il problema, ma il dover dare i dati della carta di credito. Cosa che il 99% degli utenti Android non credo abbia mai fatto”.
“Mi mancano sette giorni al rinnovo e già non funziona più… parliamone”
“Questa storia del pagamento non mi piace. Chi possiede un Apple paga una sola volta, io invece mi ritroverei a pagare quella cifra ogni anno. Non trovo giusto l’atteggiamento”
Il programma di messaggeria istantanea più famoso infatti impone, a chi utilizza Android, il pagamento di una tassa annuale dopo il primo anno gratuito di utilizzo dell’applicazione. Nell’ultimo aggiornamento infatti si fa richiesta di acquistare l’estensione temporale del servizio. Un app inizialmente gratuita ma che poi bisogna pagare per continuare ad utilizzare. Il canone è di 0.79 cent e oltre agli smartphone con sistema operativo Android, sono coinvolti nella novità anche BlackBerry e i dispositivi con os Windows. Chi ha un iPhone invece deve immediatamente pagare 0,89 centesimi. La differenza di reazione tra gli utenti è che i fedelissimi della mela son abituati a pagare per avere dei servizi aggiuntivi. Gli inventori di WhatsApp, Brian Acton e Jan Koum, hanno scelto di regalare un anno agli utenti per poi assicurarsene la fedeltà, essendo il servizio decisamente innovativo.
Nel 2012 sono ci sono stati 18miliardi di scambi quotidiani. Di fornire il servizio gratuitamente, inserendo messaggi pubblicitari non pare interessare gli inventori di WhatsApp. La rivolta ora parte da Twitter, dove c’è chi propone uno spostamento di massa su WeChat, alternativa made in China o su ChatOn e Viber, la piattaforma mediante la quale è possibile telefonare appoggiandosi alla Rete.
Nel caos è emerso un ulteriore problema, ovvero l’accesso di WhatsApp all’intera rubrica di chi si iscrive: solo l’ultima versione per iPhone consente di caricare manualmente i contatti da inserire nella lista dell’applicazione, mentre gli altri sistemi operativi lasciano che sia WhatsApp a scandagliare la rubrica. I creatori si stanno adoperando per risolvere la questione, ma per ora nessuna soluzione in vista.
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