Laura Pausini: "Siamo gli unici artisti che non possono tornare a lavorare"

Con una serie di storie su Instagram, la cantante ha parlato dell'ultimo decreto sulle riaperture, che vede ancora stadi e palasport pieni rispettivamente al 75% e al 60%. "La cultura italiana è fatta anche di musica live rock e pop".

Cinema e teatri sono tornati alla capienza del 100% a partire dall’11 ottobre, cioè dopo l’ultimo decreto del Governo sulle riaperture. Per stadi e palasport, però, la strada sembra ancora lunga. A denunciare la questione su Instagram, ci ha pensato Laura Pausini, che in una serie di storie ha raccontato la sua situazione e quella di tanti artisti italiani che non riescono ancora a tornare sul palco.

“In questi giorni nei quali si dedica ampia visibilità mediatica alla riapertura degli spazi dedicati alla cultura, mi sono resa conto di quanto ancora poco si conosca del nostro mestiere. Giustamente sono stati riaperti al pubblico cinema, teatri e sale per la musica con il 100% di capienza. E siamo tutti felici di questo. Ma la cultura italiana è fatta anche (e molto per fortuna) di musica live pop e rock. Noi, però, sembra che non ne facciamo più parte”.

L’artista ha poi continuato parlando di quanto si senta esclusa per colpa di queste restrizioni che voglio ancora stadi e palasport pieni rispettivamente al 75%, e al 60%.

Abbiamo spiegato esaustivamente i motivi per i quali non e possibile organizzare concerti senza la totale capienza ma non siamo stati ascoltati. Nonostante l’uso delle mascherine e dei green pass rimaniamo gli unici artisti e maestranze ancora senza possibilità di tornare al nostro lavoro da marzo 2020“.

Laura Pausini aveva già sollevato il problema sui suoi canali social, dove a settembre aveva scritto una lettera aperta al presidente del Consiglio Mario Draghi per chiedere la riapertura dei concerti al 100%, perché “non esiste più alcuna ragione per aspettare. La musica è condivisione, speranza, gioia e salvezza. E la vita di moltissime persone che ora devono poter ricominciare a lavorare per vivere“.

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