Nella prima partita di campionato sulla curva degli ultras della Lazio è comparso un volantino che pare arrivare direttamente dal Medioevo: il manifesto incriminato afferma che nelle prime dieci file “le donne non sono gradite”. Il volantino lasciato su seggiolini della Curva Nord dello Stadio Olimpico recita:

La Nord per noi rappresenta un luogo sacro. Un ambiente con un codice non scritto da rispettare.

Le prime file, da sempre, le viviamo come fossero una linea trincerata. All’interno di essa non ammettiamo Donne, Moglie e Fidanzate, pertanto le invitiamo a posizionarsi dalla 10a fila in poi.

Chi sceglie lo stadio come alternativa alla spensierata e romantica giornata a Villa Borghese, andasse in altri settori.
IL DIRETTIVO DIABOLIK PLUTO

La Procura federale della Figc guidata da Giuseppe Pecoraro ha appena aperto una indagine sul volantino incriminato e sono già state annunciate conseguenze disciplinari. La Digos che sta indagando sulla vicenda ha già identificato i responsabili del volantino e ora la magistratura farà il suo corso.

Gli ultras della Lazio che vogliono le donne escluse dalle prime file della curva erano già stati protagonisti anche del vilipendio di Anna Frank.

Gli Irriducibili in un comunicato stampa dove commentano la vicenda sottolineando che: “Non ci sentiamo in dovere e diritto di chiedere scusa a nessuno.(…) Non siamo mai stati contro le donne per partito preso, ma sicuramente ci sentiamo in diritto a riprendere quelle che sicuramente alla categoria femminile non fanno fare certo una bella figura. Ubriache, barcollanti e poco serie che in un contesto maschile, come quello nostro, di per sé già difficile da gestire anche per noi, hanno portato e portano solo problemi.”

Il gruppo più noto degli ultras laziali continuano con dichiarazioni choc: “Noi ci rivolgiamo a quelle e a tutte le altre che pur di farsi selfie lì sotto, in mezzo a quelli che oggi dipingono come il male del mondo, sono disposte anche a perdere di vista i figli stessi o a fargli rischiare di rimanere schiacciati da eventuali resse ed esultanze varie che da sempre caratterizzano, in ogni stadio, le zone occupate dai gruppi portanti del tifo organizzato. A chi ci accusa di sessismo e discriminazione, vorremmo rispondere schiettamente, ma purtroppo ci accorgiamo sempre più che l’ipocrisia, il finto buonismo e le vostre realtà virtuali vanno al di là di ogni nostra logica”.

In risposta al volantino Potere al Popolo ha appesa uno striscione agli ingressi dello stadio Olimpico di Roma con scritto:

Non puoi dirci dove stare, facciamo quello che ci pare!

Il movimento di sinistra radicale in un comunicato stampa dice: “D’altronde si sa, il caldo fa brutti scherzi! Ed a forza di farsi chiamare con nomignoli presi in prestito dai cartoni si finisce per perdere il contatto con la realtà. (…) Niente di irrecuperabile, basta ricordare a questi signori che nel mondo reale le cose non stanno come pensano loro. La realtà è fatta di tante donne, che nella via privata, sui posti di lavoro o anche solo nelle discipline sportive sudano 4 camicie per andare avanti. Per difendere un posto meritato, per non arretrare o semplicemente per scegliere in autonomia. Non sarà certo qualche ultrà, nostalgico del ventennio che fu a poter dire alle donne cosa fare.”

Il calcio dovrebbe tornare a essere uno sport, uno sport per tutti. 

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