Le ultime parole di Dj Fabo alla sua Valeria Imbrogno prima di morire

Dj Fabo è morto alle 11.40 del 27 febbraio 2017 in una clinica in Svizzera: a raccontare gli ultimi istanti è la sua fidanzata, che non l'ha mai lasciato da solo e che ancora oggi lotta per garantire il diritto all'eutanasia, bocciato nuovamente dalla Corte Costituzionale.

*** Aggiornamento del 21 febbraio 2022 ***

La Corte Costituzionale ha recentemente dichiarato inammissibile il referendum denominato “Abrogazione parziale dell’articolo 579 del Codice penale (omicidio del consenziente)”, quello che, in pratica, avrebbe dovuto portare gli italiani alle urne per decidere se legalizzare l’eutanasia nel nostro Paese (non il suicidio assistito, che già esiste). Una decisione che ha ovviamente lasciato l’amaro in bocca ai membri dell’Associazione Coscioni, che da anni si batte per il riconoscimento del diritto alla dolce morte in Italia, ma anche in Valeria Imbrogno, compagna di dj Fabo che della possibilità di scegliere come e quando morire è diventato un po’ il simbolo.

La decisione, ha detto la donna a La Stampa, “fa male al cuore e dimostra l’enorme divario che c’è tra la volontà del popolo e le istituzioni”; il riferimento è soprattutto al milione e 500 mila firme raccolte negli scorsi mesi proprio per portare il quesito alle urne, prima della bocciatura della Corte con la seguente motivazione:

[…] a seguito dell’abrogazione, ancorché parziale, della norma sull’omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili.

L’Associazione Coscioni ha già fatto sapere che non si fermerà, e così pure Imbrogno, che nell’aprile del 2021 ha dato vita a un “numero bianco”, per dare ascolto e consulenza a chiunque voglia approfondire le tematiche del biotestamento e dell’eutanasia.

In fondo anche questo è in memoria di Fabo, il mio grande amore – ha spiegato Imbrogno a Repubblica nell’aprile del 2021 – Vorrei che chi cerca notizie sul fine vita non debba patire quello che ho patito io, quando Fabo mi chiedeva di non soffrire più e non sapevo come aiutarlo. Così, con Marco Cappato, abbiamo pensato di creare un ‘numero bianco’ per dare informazioni a chi ne ha bisogno, a chi si trova su questo ‘confine’ di scelta e di sofferenza. Siamo in linea da poche settimane, le chiamate già moltissime.

Il numero a cui rivolgersi è lo 0699313409.

Eravamo due ragazzi che fino ad allora avevano avuto una vita meravigliosa, la più bella del mondo – ha proseguito – L’India, Goa, la musica, il nostro amore fin dai tempi del liceo. Poi l’incidente nel 2014 ed è cambiato tutto.

Quei momenti sono tutti descritti nel libro Prometto di perderti.

Quando pensavamo ci fosse ancora una speranza, avevo promesso a Fabo: avrai la vita di prima. Cercavo medici, luminari, terapie sperimentali. Fino al viaggio in India, la nostra amata India, per un tentativo di cura con le staminali […] provare ci aveva dato coraggio. Poi però Fabiano non ce l’ha fatta più. Era tetraplegico, ormai cieco, il suo corpo una gabbia di dolori inenarrabili. Di eutanasia, suicidio assistito non sapevo nulla. Alla fine la strada per portarlo in Svizzera l’avevo trovata, per scoprire poi che accompagnarlo poteva essere considerato un reato.

L’incontro con Marco [Cappato, ndr.] ha cambiato tutto. Disse che ci avrebbe accompagnato, ma chiese a Fabiano se voleva morire in silenzio o fare della sua morte una battaglia politica perchè il suicidio assistito diventasse legale anche in Italia. Fabo, è noto, ha deciso di lasciarci pubblicamente, la sua ultima battaglia civile.

*** Articolo originale ***

Sono passati quattro anni da quando Fabiano Antoniani, per tutti dj Fabo, sceglieva l’eutanasia in una clinica svizzera, dopo aver inviato appelli e fatto conoscere la sua storia, per reclamare il suo diritto a porre fine alla propria vita nei modi e nei termini che lui voleva.

Per la sua morte è stato processato Marco Cappato, l’esponente dell’associazione Luca Coscioni che ha accompagnato Dj Fabio in Svizzera nella clinica in cui poi è deceduto, poi assolto dopo che il suo procedimento era finito alla Consulta, perché, come ha spiegato nella motivazioni della sentenza il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano “il fatto non sussiste”, e Fabiano “è stato libero di scegliere di morire con dignità”

Come ricorderete, Fabiano, rimasto cieco e tetraplegico dopo un grave incidente stradale, aveva deciso di recarsi fuori dall’Italia per sottoporsi al cosiddetto “suicidio assistito”: non voleva più soffrire e aveva chiesto aiuto persino alla trasmissione tv “Le Iene” che ha portato alla ribalta nazionale la sua storia. Dj Fabo è morto alle 11.40 del 27 febbraio 2017 in una clinica in Svizzera.

È stata Valeria Imbrogno, compagna di Fabiano, a raccontare le ultime parole di Dj Fabo prima della morte.

Ora voglio restare con la mia mamma’, mi ha sussurrato. Poi, a turno, sono entrati Dani, Amal e Marietto.
Alla fine mi ha chiamata e mi ha detto: ‘Quindi? Andiamo?’. ‘La fase successiva è la somministrazione del farmaco anti rigetto che ti daranno via peg, ma non è ancora il farmaco di fine vita. Non è deciso niente, ti puoi fermare ancora, anche dopo il farmaco anti vomito hai tutto il tempo che vuoi’. 
‘Ho capito’, ha annuito. 
Quindi, ho chiamato quelli dello staff perché gli somministrassero il farmaco. ‘Dài, però: ci siamo?’ mi ha domandato secco passati pochi istanti dall’assunzione dell’antiemetico. ‘Vale, voglio che quando schiaccio il pulsante la mamma mi tenga la mano sinistra e tu la destra. Com’è stato per tutta la mia vita. Non voglio nessun altro’. Abbiamo messo il tavolino con sopra il pulsante all’altezza della sua bocca.
Poi è arrivato il momento più delicato, quello dell’ultima volontà:

‘Ora devi dichiarare di nuovo davanti alla telecamera che questa è realmente la tua volontà, poi dovrai schiacciare il tasto. Hai capito?’. ‘Sì’. 

‘È la tua volontà?’. ‘Sì’. 

‘Stai tranquillo, io sono qua di fianco a te’, gli ho detto. La mamma ha appoggiato la testa sul letto mentre Fabiano apriva la bocca alla ricerca del pulsante che non riusciva a trovare, finché lo ha afferrato. Si è addormentato in dieci secondi. Ha chiuso gli occhi, mentre lasciava cadere la testa in avanti. Sono uscita dalla casetta, disperata, mentre non vedevo persone, ma soltanto ombre. La prima che ho incrociato è stata quella di Avy: ‘È andato’, gli ho detto meccanica. ‘Adesso è libero’, mi ha risposto. 

Così è morto Dj Fabo.

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