Cosa ci sarà mai da dire in un Festival del Ciclo Mestruale?
Molto. Qui vi accenniamo solo una piccola parte.
Molto. Qui vi accenniamo solo una piccola parte.
La domanda ci è stata posta anche lo scorso anno:
Cosa ci sarà mai da dire di tanto importante sulle mestruazioni da farci un Festival?
Al tempo rispondere è stato un dovere, di fronte alle affermazioni problematiche di alcuni colleghi che avevano ridicolizzato l’idea stessa di un Festival del ciclo mestruale con argomentazioni, tra le altre cose, transfobiche e prive di competenze scientifiche.
Quest’anno rispondere a questa domanda è invece, e prima di tutto, una scelta.
Ciclicamente, infatti, la domanda ritorna, ed è posta in molti casi in buona fede, con sincera curiosità e con la legittima inconsapevolezza – che deriva da una cultura che ha censurato per secoli una reale educazione mestruale – dell’importanza di parlare di mestruazioni.
L’occasione per farlo è proprio la seconda edizione del Festival del ciclo mestruale – di cui anche quest’anno Roba da Donne è media partner esclusivo -, che torna con una tre-giorni di workshop, panel e incontri che si terranno al Rob de Matt e al Nuovo Armenia, a Milano, dal 25 al 28 maggio 2023. Anche questa seconda edizione è ideata a partire dal podcast (ora anche associazione) Eva in Rosso, e organizzato con le associazioni Errante e Promise, Studio But Maybe di grafica e digital design, Rob de Matt, bistrot e associazione di promozione sociale, e in partnership con Alice for Children. Due sono le novità importanti: in primo luogo il tour Destinazione festival, che si è appena concluso e che ha portato in sei città italiane un piccolo “spoiler” della manifestazione, e la partecipazione nel ruolo di main supporter di Nuvenia, brand da anni impegnato in una nuova narrazione del ciclo mestruale, della salute, del benessere delle persone che mestruano.
Proporre una nuova narrazione è, del resto, lo scopo principale del Festival, che intende sdoganare definitivamente il tabù mestruazioni e offrire alle persone la libertà di parlarne senza dogmi o pregiudizi. Elementi che negli anni hanno pesantemente inficiato il diritto delle donne e delle persone che mestruano di normalizzare le mestruazioni e, in alcuni casi, ne hanno penalizzato aspetti fondamentali della vita.
E allora torniamo alla domanda iniziale, per rispondere…
Come sappiamo l’accesso ai dispositivi igienici o a spazi sicuri non è così scontato per tutte le donne e le persone che mestruano. Legandosi anche a stereotipi iper radicati nel tessuto sociale, alcune pratiche e credenze escludono tutt’oggi chi mestrua dalla vita della comunità, relegandolo all’isolamento sociale. Basti pensare al chhaupadi, ancora esistente in Nepal.
Ma la period poverty significa anche altro: esclusione dal mondo del lavoro, della scuola, impossibilità di vivere in ambienti adeguati dal punto di vista igienico. Alcuni dati:
Questo sarà uno dei tanti argomenti affrontati nel talk Geografia dei diritti e della giustizia mestruale, in programma il 27 maggio alle 11:30 al Nuovo Armenia, con Veronica Corbellini, Promise, ActionAid, Alice for Children, WeWorld, che vedrà anche l’intervento di Think Tank Period, think tank femminista nato a fine 2020, con sede a Bologna e a Roma, il cui obiettivo è promuovere l’equità di genere attraverso un approccio femminista ai dati.
A chiunque sarà capitato di sentirsi dire, almeno una volta nella vita, “Come sei nervosa? Hai le tue cose?”.
Senza contare i tanti stereotipi, credenze e tabù legati alle mestruazioni, a partire proprio dalle decine di modi diversi per chiamarle – vedasi appunto “le tue cose” -, o dal colore del sangue mestruale offerto per anni dalle pubblicità di assorbenti, frutto di una narrazione che le impone come scandalose o vergognose. Per normalizzare il discorso sul ciclo mestruale è importante partire da un ripensamento del linguaggio e della rappresentazione che ne facciamo.
Tutto questo sarà il tema del workshop Abbecedario dei luoghi comuni, che si terrà il 26 maggio alle 17:00 presso Rob de Matt, a cura del collettivo Picabù e con Scarpanō Teatro e Metodi Attivi, laboratorio di teatro sociale che, usando una forma teatrale particolare, il Playback Theatre, rappresenteranno scene di vita reali raccontate direttamente dal pubblico per abbattere i luoghi comuni.
Il workshop prevede anche la partecipazione di Promise, associazione di promozione sociale che si occupa di empowerment femminile, con particolare attenzione all’inclusione della diversità.
In una società ad alto tasso di maternalismo le persone che entrano in menopausa sono state viste a lungo “non più utili” in quanto non più fertili, e questo ha contribuito ad alimentare lo stigma e i preconcetti su una fase che è invece cruciale nella vita di una donna, esattamente come il menarca.
Ancora oggi la menopausa è legata al concetto di invecchiamento, a torto però, perché questo esclude completamente, ad esempio, chiunque sperimenti la menopausa precoce.
Parlare dei sintomi della menopausa, ma anche di altri aspetti legati alla sfera intima, come ad esempio la sessualità in menopausa, è fondamentale. Per questo, il Festival del ciclo mestruale prevede due appuntamenti legati al tema: si parte con Il viaggio verso la menopausa, workshop in programma il 26 maggio alle 10 al Rob de Matt, con la dottoressa Stefania Piloni, specialista in ginecologia e ostetricia e docente di fitoterapia all’Università di Milano, per proseguire poi con il talk La menopausa… e quando arriva inaspettata, previsto per il 28 maggio alle 10 al Nuovo Armenia, con Veronica Santini, insegnante di yoga, mentore per donne e viaggiatrice che, dopo una diagnosi di insufficienza ovarica, si è specializzata in yoga per la salute femminile, e Marta Montani, ostetrica e insegnante di massaggio infantile AIMI.
Il tema dell’emergenza climatica e dell’abuso delle risorse della terra pone in modo urgente anche il tema delle Mestruazioni sostenibili, che dà il titolo al workshop a cura di Eva in Rosso, il 26 maggio alle 14:30, durante il quale Alessandra Giglio, Valentina Lucia Fontana e Marta Montani passeranno in rassegna i presidi mestruali sostenibili per l’ambiente e disponibili sul mercato.
Si prosegue poi lo stesso giorno, ma alle 16:30, con il talk Mestruare in crisi climatica, con le attiviste Cristina Cotorobai e Martina Micciché.
Da anni nel nostro Paese si discute di congedo mestruale, che consentirebbe alle donne di prendere dei giorni dal lavoro, retribuiti, per gestire i sintomi mestruali. Benché non esista una legge, da qualche tempo diverse aziende hanno cominciato ad adottarlo in maniera autonoma, ma è chiaro che l’assenza di regolamentazione a livello legale implichi una mancanza di tutela per le donne che soffrono di dismenorrea.
Nel 2016 è stata portata in Parlamento una proposta di legge che avrebbe concesso tre giorni di congedo per le donne e le persone con dismenorrea, ma di fatto il progetto si è arenato, non incontrando il favore della maggioranza. In altri Paesi, come Spagna o Cina, ad esempio, il congedo mestruale è una realtà consolidata, mentre in Giappone il congedo mestruale è concreto dal 1947, anche se di fatto concede giorni illimitati di assenza dal lavoro alle donne, ma non retribuiti.
Dei pro e dei contro del congedo mestruale si parlerà nel talk Congedo mestruale: al servizio della parità di genere o effetto boomerang?, il 26 maggio alle 18:30 al Nuovo Armenia, con Anna Buzzoni, Maura Gancitano, Chiara Pirazzini e Roberta Ribon e l’intervento di Think Thank Period.
Inutile girarci attorno: ogni persona nasce da un ciclo mestruale. Ma non tutte le donne aspirano per se stesse alla maternità, nonostante culturalmente la nostra società sia “madrecentrica” e opprima le donne childfree o childless con stereotipi e pregiudizi.
Le donne vengono spesso cresciute, ancora oggi, con il solo intento di essere “brave mogli e brave madri”, ma questo toglie alla loro sfera sessuale un dettaglio estremamente importante: quello del desiderio.
Di diritti riproduttivi parlerà il talk Madri o streghe. Il diritto di (non) avere figli, che il 27 maggio alle 15, al Nuovo Armenia, vedrà la partecipazione anche della nostra direttrice responsabile, Ilaria Maria Dondi, assieme a Simonetta Sciandivasci, Francesca Bubba e
Federica di Martino.
Il sonno durante le mestruazioni non è sempre un buon sonno, non solo per i dolori ma anche per la paura di macchiare le lenzuola o di svegliare chi dorme accanto a noi quando dobbiamo alzarci per andare in bagno.
I dati di una ricerca condotta da Ketchum Research and Analytics, per conto di Nuvenia, su un campione di 10.871 persone in UK, Italia, Francia, Svezia, Cina, Argentina, Colombia, Russia, Malesia e Giordania, ci dicono che:
Nuvenia approfondirà il discorso nel talk Mestruoinsonnia, il 27 maggio alle 16:30 presso il Nuovo Armenia.
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
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