Secondo i dati registrati dalla Johns Hopkins University, nel mondo ci sono 4 milioni e mezzo di persone contagiate dal Sars-Cov-2. Il Paese più colpito continua a essere gli Stati Uniti, con oltre 1 milione e 500mila casi. Negli Usa i decessi sono saliti a quota 88mila, con un incremento di 1.680 morti nelle ultime 24 ore.

A preoccupare, secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, sono anche i Paesi europei, che potrebbero andare incontro a una seconda ondata di contagi nel prossimo autunno. Intervistato dal Telegraph, Hans Kluge, direttore regionale dell’OMS ha lanciato l’allarme: le nazioni europee, come sta facendo l’Italia, dovrebbero sfruttare questo periodo per potenziare gli ospedali, in special modo i reparti di terapia intensiva, per farsi trovare pronti in caso di una nuova ondata epidemica:

“Giappone e Singapore l’hanno capito prima che non è giunto il momento di festeggiare, ma di prepararsi. Sono molto preoccupato per una seconda ondata in autunno.

Dalla storia delle pandemie sappiamo che anche Paesi che inizialmente non sono stati colpiti, potranno esserlo in una seconda ondata. Questa pandemia non è per niente finita. In Europa 43 paesi hanno messo in atto misure contenitive, alcuni ora riescono ad allentarle gradualmente. La curva di molti paesi, tuttavia, è ancora indietro: alcuni Paesi hanno detto nelle settimane scorse “noi non siamo come l’Italia” e poi dopo un po’ l’epidemia è scoppiata anche lì. Purtroppo c’è la possibilità che molti Stati vengano colpiti più duramente da una seconda ondata. Dobbiamo essere molto, molto attenti.”

Un’altra situazione molto preoccupante è quella in India, dove il numero di contagi ha già superato quello registrato in Cina dall’inizio dell’emergenza. Nella giornata di ieri, il ministero della Salute indiano ha infatti annunciato che i casi totali sono ora 85.940. Le vittime attualmente sono 2.752.

In Russia nelle ultime 24 ore sono stati registrati 9.200 nuovi casi. I casi totali comunicati dalla Federazione russa dall’inizio della pandemia sono 272.043 con un totale di 2.573 vittime.

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