In questo periodo storico le preoccupazioni relative alla salute abbondano. Dopo due mesi in cui si è parlato quasi esclusivamente di COVID-19 e di come quest’ultimo fosse letale quasi esclusivamente per gli over 60, a far paura è una sindrome infiammatoria multisistemica che interessa bambini e adolescenti. I bambini ricoverati in ospedale con tale sindrome, inoltre, condivide alcune caratteristiche con la malattia di Kawasaki.

L’ulteriore timore è che possa essere collegata al nuovo coronavirus. L’OMS ha dichiarato in una nota che sono necessari degli approfondimenti in tal senso.

Nelle scorse settimane negli USA e in Europa si sono segnalati casi sospetti di bambini ricoverati in terapia intensiva con una infiammazione multisistemica con alcuni elementi in comune con la sindrome di Kawasaki e quella da shock tossico.

Si tratta di una patologia grave, dato che è accompagnata da una sindrome iper infiammatoria che porta alla compromissione di vari organi. Ne ha parlato il Daily Mail.

Il COVID-19 c’entra qualcosa? Potrebbe darsi, dato la sierologia positiva di gran parte dei pazienti pediatrici. Inoltre non è chiaro se i casi registrati in Europa e negli USA siano, per l’appunto, circoscritti a quei due angoli del pianeta o se negli altri Paesi non sia stata riconosciuta.

C’è un caso in particolare che sta creando sconforto nel Regno Unito: una bambina di 5 anni, di nome Scarlett, lotta tra la vita e la morte. La piccola aveva contratto il COVID qualche settimana fa, quando le scuole erano ancora aperte.

Ora è intubata e il messaggio che il padre ha lanciato sui social è oggettivamente scioccante: “Ha il 20% di possibilità di sopravvivere”. Altrettanto forti sono le immagini che l’uomo, un insegnante, ha condiviso sui social: c’è sua figlia intubata in un letto d’ospedale.

Per tale motivo il padre di Scarlett si oppone fermamente alla riapertura delle scuole dal 1° giugno voluta da Boris Johnson.

La malattia di Kawasaki, comunque, è molto rara: in Italia tra febbraio 2015 e febbraio 2020 se ne sono registrati solo 19 casi; tra febbraio e marzo di quest’anno (almeno) dieci. Ecco perché molti medici credono che l’aumento dei casi, in un periodo in cui il COVID-19 sta circolando così tanto, non sia casuale.

Per il momento, però, gli studiosi stanno lavorando per capirne di più sull’eventuale correlazione tra le due malattie. I campanelli d’allarme sono i seguenti:

– Febbre oltre 37.5 da più di tre giorni

– Due condizioni simultanee tra:  congiuntivite, infiammazione orale o su mani e piedi;  ipertensione o shock; disfunzioni cardiache;  problemi gastrointestinali acuti

– Elevati marcatori di infiammazione

– Test sierologico positivo o contatto con persone affette da COVID-19.

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