Samantha Walsh, una manager del Regno Unito con 30 anni di esperienza nel settore vendite, ha scritto una lettera aperta pubblicata sul Daily Mail in cui ha spiegato che si è licenziata, lo scorso ottobre, perché stanca di dover lavorare sempre durante il Natale al posto delle colleghe con figli.

Walsh ha illustrato un problema importante che, spesso, passa inosservato: la preziosità del tempo libero, e non solo quello delle madri e dei padri, ma anche di chi non ha figli e vuole godersi le feste con la propria famiglia. Cosa che Samantha Walsh non può fare da molti anni, perché costretta a lavorare in negozio a Natale ogni anno al posto delle colleghe con figli, che possono godersi dei giorni liberi.

Il giorno della vigilia di Natale dell’anno scorso”, ha raccontato Walsh nella lettera sul DailyMail, è uscita dal negozio di cui era manager “alle sei di pomeriggio… e dopo aver servito clienti fino alle cinque, io e altre sei colleghe abbiamo passato un’altra ora a mettere via le decorazioni” per poi rientrare alle 19 passate. “Ho bevuto un bicchiere di vino e mi sono infilata subito a letto. Il giorno di Natale ero troppo stanca per godermi i festeggiamenti, e già sapevo che avrei lavorato il giorno successivo”, ha spiegato l’ex manager.

Sebbene sia risaputo quanto possa essere difficile lavorare nell’ambito delle vendite in un periodo come il Natale, Walsh ha chiarito che “c’è un motivo per cui nel mio caso è stato ancora peggio: non ho figli”, ha spiegato.  “C’è questa aspettativa per cui le donne che come me non hanno figli debbano compensare in modo che le mamme possano passare il tempo con la propria famiglia”.

La donna ha aggiunto che, dato che nel suo team un terzo delle colleghe ha figli, la situazione lavorativa per lei e le altre colleghe senza figli è diventata insostenibile. “Mi dispiace davvero dirlo, ma le mamme sono inaffidabili quando si parla di lavoro”, ha detto la manager, in uno sfogo dovuto alla sua difficile situazione, “e quando i loro bambini sono malati possono chiedere un congedo parentale e sono io che devo farmi carico del loro lavoro”.

Un’affermazione che non trova verità, certamente, ma che l’ex manager ha dichiarato in preda alla frustrazione di non vedere i suoi sforzi sul lavoro riconosciuti.

Sebbene Samantha Walsh nella lettera abbia spiegato che non è stato facile abbandonare la sua promettente carriera, ormai non era più soltanto una questione legata al periodo festivo per il carico di lavoro a Natale: “Avevo perso la speranza a causa della differenza abissale tra l’impegno e la fatica che io mettevo nel portare avanti il mio percorso lavorativo in quanto donna senza figli e l’assenza totale di riconoscimento”.

Ospite a BBC Woman’s Hour, Walsh ha detto che dopo la pubblicazione della sua lettera la settimana scorsa le sono arrivati moltissimi messaggi di lode da donne nella sua stessa situazione, ma anche da uomini senza figli che sono “invisibili sul lavoro”.

Spesso la nostra autostima è già intaccata dal fatto di non aver avuto figli e queste etichette che ci vengono date avallano la nostra autocritica di aver fallito in qualche modo”, ha spiegato Walsh.

L’ex manager ha voluto puntualizzare che la legge deve continuare a sostenere i genitori e il loro lavoro, ma vorrebbe che la società pensasse anche a chi non ha figli. La situazione, infatti, non dovrebbe sfociare in una “guerra” tra genitori e non, ma in una più ampia inclusione che permetta a tutti, anche chi non ha figli, di essere tutelato e riconosciuto.

Walsh ha concluso la sua lettera chiedendo alla società di “tenere in considerazione chi non ha figli, e supportare anche noi, pensare anche a noi e al valore del nostro tempo”.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!