Marta Russo, il mistero della studentessa uccisa a La Sapienza

Era il 1997 quando uno sparo raggiunge alla testa la 22enne, studentessa universitaria presso il polo romano. La sua storia è raccontata in un docufilm in onda giovedì 21 ottobre alle 21.15 su RaiDue e disponibile anche su RaiPlay.

È il 7 maggio del 1997 quando Marta Russo, giovane studentessa de La Sapienza, sta camminando per i lunghi vialetti del campus universitario, cercando di raggiungere la facoltà di Giurisprudenza. Marta ha ventidue anni, ama lo sport, è campionessa di scherma e sogna di diventare un Magistrato. Quel giorno, però, un proiettile la raggiunge alla testa, senza lasciarle scampo.

L’omicidio di Marta è raccontato in un documentario della Rai, coprodotto con Minerva Pictures, per la regia di Simone Manetti, dal titolo MARTA – Il delitto della Sapienza, in prima visione giovedì 21 ottobre su RaiDue e disponibile in streaming su RaiPlay. Un documentario, scritto da Emanuele Cava, Gianluca De Martino e Laura Allievi, con la partecipazione di Silvia D’Amico, che presta la voce a Marta, e la supervisione di Fabio Mancini.

Primo appuntamento di Crime Doc, un nuovo ciclo di cinque prime serate di Rai Documentari dedicate al crime, il prodotto è un vero e proprio viaggio narrativo che si snoda su due piani di racconto paralleli: quello legato ai fatti di cronaca, che ricostruisce la vicenda giudiziaria e quello privato, che racconta i pensieri di Marta, affidati alle pagine dei suoi diari segreti. Ben nove quaderni per un totale di circa 700 pagine, scritti dalla studentessa tra il 1985 e il 1996, e ritrovati per caso dalla sorella Tiziana.

La vicenda, all’epoca, divenne un vero e proprio caso mediatico, e dopo quasi trent’anni, presenta ancora molti lati oscuri. La difficoltà di capire pienamente la dinamica dell’omicidio e soprattutto, il movente degli esecutori materiali del delitto, ha reso il caso uno dei più importanti degli Anni ’90. Per la morte della giovane sono stati condannati con una sentenza definitiva in Cassazione il 15 dicembre 2003, Giovanni ScattoneSalvatore Ferraro. Entrambi assistenti universitari, tenevano alcuni corsi di filosofia del diritto a La Sapienza. Giovanni fu condannato a cinque anni e quattro mesi per omicidio colposo, Salvatore, invece a quattro anni e due mesi per favoreggiamento.

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