"Non si sono mai pentiti": la rabbia del padre di Martina Rossi, morta per fuggire allo stupro

Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, i responsabili della tentata violenza sessuale, sono ora usciti dal carcere per svolgere lavori socialmente utili. “Il giudice ha sbagliato”, ha commentato Bruno Rossi, padre della vittima.

Non hanno mai chiesto scusa, il minimo era che scontassero la pena in carcere”: così i genitori di Martina Rossi, la ragazza morta il 3 agosto 2011 per sfuggire allo stupro, hanno commentato la decisione del giudice di fare uscire dal carcere Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, i responsabili. I due uomini, che nell’ottobre 2021 erano stati condannati a tre anni di reclusione per tentata violenza sessuale, sconteranno ora la pena all’affidamento in prova ai servizi sociali.

Il giudice ha sbagliato a concedere l’affido perché è venuto a mancare, proprio per questo, il principio di resipiscenza necessaria in questi casi”, hanno continuato i due genitori, Franca Murialdi e Bruno Rossi, come riportato tra gli altri anche da ANSA. Poi, la madre ha aggiunto: “Così si dà solo il cattivo esempio ai giovani, loro non si sono mai pentiti”, e il padre: “Nessuno mi ridarà mai mia figlia”.

Albertoni e Vanneschi stavano scontando la condanna in carcere con possibilità di uscita per lavorare, ma i loro legali avevano richiesto la mitigazione della pena. Il tribunale di sorveglianza di Firenze ha quindi deciso l’applicazione di questa misura in due diverse udienze, a luglio 2023 per Vanneschi per motivi familiari, come si apprende solo ora, e lo scorso mese, a febbraio 2024, per Albertoni. La condanna dei due, da scontare presso una associazione di volontariato con obbligo di non allontanarsi durante la notte, terminerà all’inizio del 2025.

Martina Rossi, 20enne di Genova, era morta precipitando dal balcone di un hotel a Palma di Maiorca, dove si trovava in vacanza con tre amiche, e dove lei e le altre ragazze avevano conosciuto un gruppo di giovani toscani tra i quali si trovavano anche Albertoni e Vanneschi. Quella notte, Rossi era salita nella camera dei due per non rimanere sola mentre gli altri si erano appartati: in base alla ricostruzione dell’accusa poi confermata dalla sentenza di appello bis, Albertoni e Vanneschi avevano quindi tentato di violentare la giovane, che era scappata volando giù dal balcone.

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