Maturità 2020: fra norme di sicurezza e le paure degli studenti
La maturità 2020 si farà in presenza, con un maxi orale. Ma non tutti gli studenti sono d'accordo con la scelta, e temono sia per l'esito della prova che per la propria salute.
La maturità 2020 si farà in presenza, con un maxi orale. Ma non tutti gli studenti sono d'accordo con la scelta, e temono sia per l'esito della prova che per la propria salute.
C’erano incertezze e tanti dubbi circa la maturità 2020, soprattutto dopo mesi di lezioni online e di lauree universitarie conseguite in videochiamata che avevano fatto pensare a un epilogo simile anche per gli esami delle scuole superiori.
Le ipotesi si sono accavallate in questi mesi di lockdown, fino alla decisione definitiva comunicata dalla Ministra Azzolina.
In diretta dal Ministero dell’Istruzione la conferenza stampa per illustrare le ordinanze sugli Esami di Stato 2020, la valutazione e il protocollo di sicurezza del Comitato tecnico-scientifico.https://t.co/7h9BP6PguI
— Lucia Azzolina (@AzzolinaLucia) May 16, 2020
La maturità si farà in presenza, a partire dal 17 giugno e sarà un maxi orale caratterizzato, come anticipato dalla bozza dell’ordinanza pubblicata sul sito del Miur il 16 maggio, da cinque momenti distinti. Il numero dei candidati che sostengono il colloquio non potrà essere superiore a cinque al giorno, salvo motivata esigenza organizzativa.
Nella stessa ordinanza, il Miur ha indicato misure organizzative, di prevenzione e protezione così come predisposte dal Comitato tecnico scientifico che ha valutato la fattibilità dell’esame di Stato in presenza. Parliamo di:
Non ci sarà misurazione della temperatura corporea né per lo studente, né per l’accompagnatore, ma entrambi dovranno esibire un’autocertificazione in cui dichiareranno:
Laddove sussista una di queste condizioni lo studente non potrà presentarsi all’esame, ma dovrà invece avvertire il proprio medico e la commissione, che programmerà una sessione di recupero.
A questo link potete trovare l’autocertificazione da compilare.
Per arrivare a una giusta organizzazione degli esami di maturità sono state programmate diverse riunioni del personale docente, fra cui:
Riunione territoriale di coordinamento: convocata dal Dirigente preposto all’USR, coinvolgono i presidenti delle commissioni d’esame e i Dirigenti tecnici incaricati della vigilanza sull’esame di Stato e servono per fornire indicazioni, chiarimenti e orientamento adatti alla funzionalità delle commissioni, soprattutto in merito ai criteri operativi e di valutazione. Benché sia fatto obbligo ai presidenti di commissione di parteciparvi, queste riunioni possono svolgersi in modalità telematica, anche in relazione all’evolversi della situazione epidemiologica.
Riunione plenaria commissione d’esame: interessa i commissari delle due classi abbinate nella commissione d’esame e il presidente di commissione, e si svolgerà nell’istituto di assegnazione il 15 giugno 2020 alle 8:30. In questa riunione si fissano i tempi e le modalità di effettuazione delle riunioni preliminari delle singole sottocommissioni. Vengono definiti gli aspetti organizzativi delle attività delle sottocommissioni.
Riunione preliminare sottocommissione d’esame: in questa sede tutti i componenti della sottocommissione sono tenuti a dichiarare, obbligatoriamente per iscritto, distintamente per i candidati interni ed esterni:
Nei casi di dichiarazione affermativa si ha incompatibilità e si procedere alla sostituzione, stabilita dal Dirigente scolastico per i commissari e dall’USR per il presidente di commissione, il quale ovviamente dovrà rispondere a sua volta ai due punti sopra elencati.
Non tutti gli studenti erano così entusiasti all’idea di tornare sui banchi per la maturità, sia per la paura di potersi ammalare, sia per il poco tempo che ritengono di avere per preparare il maxi orale. Il 57% dei maturandi avrebbe infatti preferito l’annullamento dell’esame, come dimostra un sondaggio condotto via Web da Skuola.net che ha intervistato oltre 10 mila studenti interessati.
Il 53% degli studenti non approva l’idea di svolgere il colloquio in presenza, soprattutto per le complessità legate al rispetto delle norme prescritte dal Protocollo di sicurezza. Il 51% di questo si dichiara agitato non solo per l’esito dell’esame, ma anche per l’obbligo di sostenere una simile situazione, mentre uno su tre ha paura di essere contagiato.
Uno studente su dieci avrebbe preferito l’esame online, ritenendolo equivalente a quello in presenza; 47 maturandi su 100 sono invece favorevoli alle modalità scelte per l’esame di Stato, e il 33% dice che la prova in presenza sia il giusto modo per valutare il lavoro fatto nei cinque anni. C’è, infine, un 7% che ritiene bassi i rischi sanitari nel mese di giugno inoltrato.
Alcuni studenti intervistati da Sky TG24 lamentano il fatto di non avere indicazioni precise sulle norme da seguire, di non avere terminato i programmi a un mese o poco meno dall’inizio dell’esame, di non aver potuto fare simulazioni dell’orale.
La mia paura è di non farcela nei tempi previsti.
E ancora:
C’è chi sostiene che la didattica a distanza sia efficace, ma sbaglia di grosso. Sta solo contribuendo a creare studenti di serie A e studenti di serie B; c’è chi ha i mezzi, una buona connessione e un buon computer, e chi non ha tutto questo.
Ci stiamo esercitando come possiamo per migliorare l’esposizione orale, ma senza certezze tutto è più pesante da gestire.
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
Cosa ne pensi?