"Mi avete salvato la vita". Il messaggio di ringraziamento di Giovanni Allevi agli infermieri

L'artista ha annunciato a giugno 2022 di avere un mieloma, problema che lui aveva definito "neoplasia dal suono dolce ma non per questo meno insidiosa". A distanza di tempo è grato a chi lo sta assistendo.

Giovanni Allevi ha annunciato a giugno 2022 di avere scoperto di avere un mieloma, problema che lui definiva “neoplasia dal suono dolce, ma non per questo meno insidiosa“, che lo costringeva a stare lontano dal palco, non con poca sofferenza, per sottoporsi alle cure. Nel corso dei mesi le apparizioni dell’artista sono state poche, ma in queste non ha mai nascosto quanto il percorso che stava seguendo, seppure necessario, fosse pesante.

Ora il compositore e pianista è tornato a parlare e lo ha fatto in occasione della Giornata Internazionale dell’Infermiere, che ricorre il 12 maggio, per poter esprimere la sua riconoscenza a chi presta servizio in ospedale ed è stato costantemente al suo fianco in questi mesi.

Vorrei inviare il mio più sincero ringraziamento agli infermieri – sono le parole di Giovanni Allevi in un messaggio video pubblicato sul suo profilo social – Le infermiere e gli infermieri sono coloro che passano più tempo a contatto con noi pazienti durante la degenza. Svolgono una autentica missione, nel portare le medicazioni, nell’alleviare la sofferenza e nel dare una parola di speranza”.

Affrontare una malattia, e le terapie previste per guarire, non è semplice ed è per questo che, a detta di Allevi, diventa fondamentale poter contare sul supporto non solo dei familiari, ma anche dei professionisti del settore sanitario. “Sono venuto da voi spaesato, impaurito che la mia vita fosse appesa a un filo, dopo aver fatto la scoperta che il mio corpo purtroppo non è eterno – ha confessato -, eppure voi mi avete accolto amorevolmente. E allora si è sviluppato nel mio cuore un profondo senso di riconoscenza nei vostri confronti. E così accadeva che ogni volta che entrava dalla porta un’infermiera o un infermiere per portarmi un farmaco o un antidolorifico, io gli ponessi una domanda per me importantissima: ‘Ma ti rendi conto che mi stai salvando la vita?'”.

Il ruolo dei medici è quindi certamente importante, ma lo è altrettanto quello ricoperto da chi lavora a stretto contatto con loro e l’artista ci tiene a sottolinearlo. “Dopo una piccola perplessità iniziale ecco arrivare una risposta dall’umiltà disarmante: “Io faccio solo un piccolo pezzetto”. Io ribattevo che quel piccolo pezzetto unito agli altri ti salva la vita. Insomma, che lo vogliate o no portate avanti una missione importantissima. E noi pazienti ve ne siamo profondamente grati. Il passo, poi, è stato breve. Ti salvava la vita anche chi puliva il pavimento o rifaceva il letto o chi chiedeva cosa volessi mangiare a pranzo o cena. Sappiate che una parola di speranza o un sorriso sono potenti come un farmaco”.

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