Trovate microplastiche nel sangue umano, lo conferma uno studio olandese

A dare l'allarme è la Vrije Universiteit di Amsterdam, che ha riscontrato la presenza di tre diversi tipi di plastiche nei campioni dell'80% dei soggetti. Ora si prova a capire se queste possano passare negli organi.

Arriva da un laboratorio di Amsterdam una scoperta sconcertante. Nel corso di una ricerca, è stata riscontrata la presenza di microplastiche nel sangue umano. Già nel 2020 erano state scoperte nella placenta di quattro donne grazie a uno studio dell’Ospedale Fatebenefratelli di Roma e del Politecnico delle Marche. I campanelli d’allarme che accende questa scoperta a proposito dell’inquinamento e della propria salute sono molti e tutti poco positivi.

Gli scienziati della Vrije Universiteit di Amsterdam hanno analizzato campioni di sangue di 22 donatori anonimi, adulti sani, trovando particelle di plastica in 17 di loro. Lo studio, guidato alla ecotossicologa Heather Leslie e dalla chimica Marja Lamoree, è stato condotto nell’ambito del progetto Immunoplast e pubblicato successivamente sulla rivista Environment International. Questo ha messo in evidenza come nel sangue dell’80% dei soggetti osservati fossero presenti delle microplastiche, una percentuale altissima.

Le particelle presenti erano grandi fino a 0,0007 millimetri (0,7 micrometri); se si pensa che un globulo rosso è di circa 7 micrometri, si capisce la facilità con cui queste possano essere trasportate nel sangue. La metà dei campioni conteneva plastica PET (quella comune delle bottiglie), un terzo polistirene (usato per confezionare alimenti) e un quarto polietilene (di cui sono fatte buste di plastica). Questo significa che alcuni campioni contenevano più di una tipologia di microplastiche al loro interno.

La scoperta è preoccupante, perché mostra come queste particelle nel sangue possano potenzialmente depositarsi negli organi, causando intossicazioni, avvelenamenti o addirittura danni irreversibili. Da dove vengano queste microplastiche è difficile dirlo: inquinamento, cosmetici, cibo. La ricerca, che secondo le dichiarazioni del professore Dick Vethaak, sta già proseguendo per estendere le analisi. Ciò deve essere un avvertimento importante per lo stile di vita di ognuno e le politiche ambientali che si decide di portare avanti.

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