I dati del NHS (Servizio sanitario nazionale) inglese, visionati e condivisi in esclusiva da The Independent, hanno rivelato che in Inghilterra la terapia elettroconvulsivante (ECT) viene prescritta in modo sproporzionato alle donne.

In particolare, le donne costituiscono i due terzi dei pazienti che ricevono il trattamento. Le statistiche ottenute dal dottor John Read, professore dell’Università di East London e principale esperto di ECT, attraverso una richiesta di libertà di informazione e condivisa con The Independent, hanno mostrato che il 67% dei 1.964 pazienti che hanno ricevuto il trattamento nel corso del 2019 erano donne.

Secondo la ricerca di Read, la terapia è stata somministrata alle donne con una frequenza doppia rispetto agli uomini in 20 istituti del Servizio Sanitario Nazionale del Regno Unito.

La terapia elettroconvulsivante è una terapia che i professionisti, come riporta The Independent, sconsigliano a causa dei rischi legati a danni cerebrali. In alcuni casi, le conseguenze sono così gravi che i pazienti non sono in grado di riconoscere familiari e amici.

Mentre alcuni pazienti affermano che la terapia li ha aiutati molto, le principali associazioni di beneficienza per la salute mentale l’hanno definita “dannosa” e hanno chiesto di sospenderne l’uso.

La ricerca ha scoperto che l’NHS ha potuto fornire statistiche sul successo della terapia nel 16% dei centri, mentre solo il 3% dei centri disponeva di meccanismi per il monitoraggio degli effetti collaterali.

Gli studi rilevano che tra il 12 e il 55% delle persone subisce danni cerebrali duraturi o permanenti che comportano una perdita di memoria“, ha dichiarato Read, autore della ricerca.

L’Istituto Nazionale per l’Eccellenza Sanitaria (Nice) ha dichiarato alla stampa che le sue linee guida stabiliscono che i medici “dovrebbero prendere in considerazione la ECT solo per il trattamento acuto di una depressione grave che mette a rischio la vita e quando è necessaria una risposta rapida, o quando altri trattamenti hanno fallito“.

Alexa Knight, direttrice associata delle politiche e della pratica presso l’ente di beneficenza Rethink Mental Illness, ha inoltre sottolineato che per effettuare queste pratiche dovrebbe essere richiesto il consenso alle pazienti, cosa che invece allo stato attuale delle cosa manca, soprattutto se la persona in questione viene curata per un’emergenza ai sensi del Mental Health Act.

Lo studio di Read ha rilevato che molti istituti del Servizio Sanitario Nazionale hanno ammesso di aver somministrato ai pazienti la ECT senza aver prima offerto loro trattamenti di consulenza o la terapia cognitivo-comportamentale.

Stephen Buckley, portavoce di Mind per la salute mentale, ha dichiarato a The Independent che la sua associazione è d’accordo e appoggia le richieste di una “revisione completa dell’uso della ECT“, che ha descritto come un “trattamento fisico potenzialmente rischioso“. Tante, infatti, le voci che si sono sollevate per bandire la pratica: tra loro anche la psicologa Jessica Taylor, autrice del libro Sexy But Psycho, che ha rimarcato la misoginia intrinseca nell’uso dell’ECT, soprattutto verso le donne oltre il 60 anni: “Questo è un gruppo di donne che spesso sono ignorate dalla società; questa parte di donne in menopausa è vista come pazza. Poi c’è tutto lo stereotipo che è una donna anziana, è invisibile, non sta zitta, è un problema per i nostri servizi. E non c’è niente che si possa fare per lei“.

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