Mentre l’Ue spinge perché in tutta Europa siano riconosciuti i diritti dei figli delle coppie dello stesso sesso, a Milano è appena arrivato lo stop alla registrazione dei bambini nati in Italia da coppie omogenitoriali. L’amministrazione meneghina, infatti, è stata costretta a interrompere le trascrizioni all’anagrafe dopo aver ricevuto una circolare del Prefetto, in accordo con il ministero dell’Interno.

Tutto è partito il 19 gennaio scorso, quando il ministro Piantedosi ha inviato una circolare ai Prefetti, invitandoli a osservare quanto deciso dalla Corte di Cassazione a dicembre 2022, ossia che il riconoscimento diretto all’anagrafe del comune di residenza dei genitori e del figlio non è più possibile, ma dovrà essere indicato un solo genitore, per poi avviare un procedimento di adozione del secondo genitore.

Ora il Governo, impugnando quella sentenza, vuole mettere al bando tutte le registrazioni delle famiglie arcobaleno nei Comuni italiani, iniziando appunto da Milano. Inoltre il giornalista Simone Alliva, su L’Espresso, parla della circolare del 10 marzo avente oggetto “coppie omogenitoriali – atti di stato civile”, ricevuta dal prefetto di Milano Renato Saccone, che recita così:

Non è consentita in Italia la registrazione nell’atto di nascita dei bambini nati da coppie dello stesso sesso. Anche dei bambini nati all’estero da coppie formate da due mamme.

L’ultima precisazione, però, cozza con le sentenze della Cassazione del 2016 che invece lo consentivano (Sentenza 19599/16 e 14878/17), e su questo punto la questione è tutta da chiarire. Ora il sindaco di Milano, Beppe Sala, deve purtroppo fare un passo indietro e, dopo aver incontrato le famiglie arcobaleno, ha espresso tutto il rammarico per questa imposizione nel suo podcast Buongiorno Milano:

Questo a mio parere è un passo indietro evidente dal punto di vista politico e sociale, e mi metto nei panni di quei genitori che a Milano pensavano di poter contare su questa possibilità. La registrazione non dipende solo dalla volontà politica, è un atto che ha a che fare, logicamente, con l’apparato amministrativo del Comune e io, vista anche la presa di posizione della Procura, non posso esporre un funzionario comunale a rischi personali di natura giudiziaria.

E mentre il deputato del Pd, Alessandro Zan, commenta parlando di  “Pressioni inqualificabili del Viminale, che confermano l’ostilità del governo Meloni contro i diritti della comunità lgbtqia+”, sottolineando come  tutto questo strida con la decisione de “L’Unione Europea che chiede anche all’Italia di fare passi in avanti verso la piena uguaglianza di tutti i cittadini”, e il Governo invece “Risponde con azioni degne dell’Ungheria di Orban”, la presidente di Famiglie arcobaleno, Alessia Crocini, dichiara:

Abbiamo appreso con profondo sconforto la notizia, consapevoli di quanto questo governo si stia adoperando per togliere ogni minimo diritto di cittadinanza alle famiglie omogenitoriali in Italia. Questa notizia fa tristemente coppia con la decisione del Governo italiano di bocciare anche la possibilità di un certificato europeo di filiazione, quello che permetterebbe ai figli delle coppie dello stesso sesso il riconoscimento dei propri diritti in tutta Europa. I bambini e le bambine con due mamme e due papà esistono già in Italia, il ministro Piantedosi e la premier Meloni se ne facciano una ragione. Ogni giorno vanno a scuola, entrano negli studi pediatrici, giocano nei parchi e nei campi sportivi, frequentano corsi di musica, come tutti i loro coetanei, senza avere i diritti di tutti i loro coetanei. Questa situazione non è degna di un paese civile e ci chiediamo quando questa ingiustizia verrà sanata da una legge di buon senso che rispecchi la realtà. Nel frattempo non ci fermeremo e continueremo a fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità per ottenere i più elementari diritti di cittadinanza per i nostri figli e le nostre figlie, con la certezza di avere molte alleanze dalla nostra parte.

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