È un mini-cuore artificiale ad avere salvato la vita ad una bimba di appena tre anni. È accaduto all’ospedale Bambin Gesù di Roma che ha ottenuto un’autorizzazione straordinaria per l’utilizzo di un dispositivo piccolissimo, miniaturizzato di circa 15mm di assistenza ventricolare prossimo alla sperimentazione clinica negli States. A scriverlo è l’agenzia di stampa Ansa.it secondo cui si tratta del secondo intervento al mondo dopo quello del 2012, effettuato all’Ospedale della Santa Sede. La bimba era affetta da miocardiopatia dilatativa ed è in lista di trapianto di cuore. È stata operata il 2 febbraio e le sue condizioni di salute attuali sono buone.

La piccola aveva già subito l’impianto di un Berlin Heart, un cuore artificiale paracorporeo, che necessitava l’ausilio di una consolle esterna collegata con cannule al torace del paziente, ed un episodio di emorragia cerebrale dal quale non è del tutto guarita. Dopo, per un recupero della funzione cardiaca, era stata tentata la rimozione del Berlin Heart: ma in questo caso i risultati non erano stati quelli sperati. A quel punto la bimba è stata assistita di nuovo con un sistema temporaneo di assistenza cardiocircolatoria anche a causa di un’infezione.

Così la decisione di utilizzare un mini-cuore artificiale, unica pompa intratoracica con alimentazione tramite un cavo addominale. Solo dopo aver ottenuto il consenso dell’ente statunitense per i farmaci Food and drug administration (Fda), del Ministero della Salute e del Comitato etico dell’Ospedale, l’intervento è stato eseguito dal dottor Antonio Amodeo e il suo team lo scorso 2 febbraio.

Il dispositivo Infant Jarvik 2015 – un mini-cuore artificiale del diametro di 15mm e 50 grammi di peso – è stato sviluppato con i fondi del National Institute of Health (NIH) all’interno del programma statunitense PumpKIN (Pumps for Kids, Infants, and Neonates). L’obiettivo era quello di realizzare il primo dispositivo miniaturizzato di assistenza ventricolare intracorporeo per i bambini più piccoli (sotto i 25 chili di peso) tra quelli in attesa di trapianto a causa di anomalie cardiache congenite o insufficienze cardiache severe.

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