Si torna a parlare del caso Weinstein. A sollevare il polverone è l’attrice Uma Thurman – nota per l’interpretazione di Mia Wallace nel cult di Quentin Tarantino “Pulp Fiction” per la quale ha ricevuto anche la candidatura al Premio Oscar come Miglior attrice non protagonista – che si è messa a nudo raccontando al “New York Times” di aver subito violenze dall’ex produttore di Hollywood Harvey Weinstein. “Harvey, non ti meriti una pallottola” aveva scritto sui social. Ora, in un’intervista al NYT ha ammesso le molestie raccontando la sua esperienza personale con il produttore di “Pulp fiction” e “Kill Bill”. Queste le parole dell’attrice, come riporta l’agenzia di stampa Ansa.it:

“Mi ha sbattuta sul letto, cercò di spingersi dentro di me e di calarsi i pantaloni. Non mi violentò ma era come se io fossi stata un animale che cercava di liberarsi”.

L’aggressione si sarebbe verificata nella suite di Weinstein all’Hotel Savoy di Londra nel lontano 1994, poco dopo la prima di “Pulp fiction”. Di se stessa ha detto di essersi sentita come “un animale che si dimena, come una lucertola”. Una situazione simile si sarebbe verificata anche qualche giorno dopo: in quell’occasione l’attrice ha ricevuto un mazzo di “volgari” rose gialle e pressanti richieste da parte delle assistenti del produttore di discutere con lui di altri progetti. Lei si presentò con un’amica che ricorda di averla aspettata per un tempo che “sembrava un’eternità”. Poi l’ha vista uscire dall’ascensore “scarmigliata, sconvolta, con lo sguardo perso nel vuoto”; più tardi la confidenza. Il produttore “l’aveva minacciata di deragliare la sua carriera”.

Sulle altre attrici, vittime di Weinstein, la Thurman ha dichiarato: “Erano agnelli andati al macello perché convinti che nessuno arrivato a una simile posizione avrebbe fatto loro qualcosa di illegale”. E, invece, è accaduto: ora anche lei, attrice di grande successo, ha trovato la forza di denunciare tutto.

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