È morto James Harrison, "l'uomo dal braccio d'oro" che salvò milioni di bambini

L'uomo ha donato sangue per oltre sei decenni, fino al limite massimo consentito in Australia. Grazie a lui oggi c'è la possibilità di prevenire per sempre la malattia emolitica del feto e del neonato.

È diventato famoso come “l’uomo dal braccio d’oro”, visto che con il suo sangue ha contribuito a salvare più di due milioni di neonati. L’australiano James Harrison è morto nel sonno a 88 anni, in una casa di riposo di Sidney, come confermato dall’Australian Red Cross Lifeblood, che ne ha omaggiato la generosità.

“È con enorme gratitudine che riconosciamo la generosa vita di James Harrison, scomparso all’età di 88 anni – si legge nel post dell’associazione benefica – Conosciuto come ‘l’uomo dal braccio d’oro’, James ha salvato 2,4 milioni di bambini donando generosamente plasma più di 1.100 volte. Ringraziamo James per l’incredibile contributo che ha dato e per i milioni di vite che ha salvato”.

Harrison, infatti, aveva una tipologia di sangue molto rara, che conteneva un anticorpo impiegabile per creare iniezioni Anti-D

Harrison ha donato il proprio plasma più di mille volte nel corso della sua vita: il suo sangue era di una tipologia molto rara perché conteneva un anticorpo che poteva essere utilizzato per creare iniezioni Anti-D, per impedire la formazione di anticorpi materni contro i globuli rossi del bambino, fondamentale per salvare la vita di milioni di neonati, prevenendo la malattia emolitica del feto e del neonato, condizioni potenzialmente fatali.

L’impegno nella donazione del sangue nacque da una sua esperienza personale: a soli 14 anni, infatti, Harrison ha subito un intervento ai polmoni e ha necessitato di numerosi trasfusioni di sangue, un momento che lo ha segnato particolarmente, tanto da fargli decidere, una volta raggiunta la maggiore età, di diventare a sua volta donatore. Così l’uomo ha donato il proprio plasma ogni due settimane per oltre sei decenni, fino a 81 anni, limite massimo per i donatori in Australia.

Stephen Cornelissen, amministratore delegato di Lifeblood, ha parlato di Harrison come “una persona straordinaria, generosa e risoluta, che ha conquistato i cuori di molte persone in tutto il mondo. James ha allungato il braccio per aiutare gli altri e bambini che non avrebbe mai conosciuto ben 1.173 volte, senza mai chiedere nulla in cambio”.

La scoperta degli anticorpi di James Harrison ha cambiato il destino di migliaia di bambini, come spiegato da Jemma Falkenmire, della Croce Rossa Australiana, che ha detto come, prima del 1967, “migliaia di bambini morivano ogni anno e i medici non ne capivano la causa. Quando in Australia venne identificato un donatore con questo anticorpo, fu una vera rivoluzione”.

Per l’impegno profuso e la straordinaria generosità, oltre che per il fondamentale contributo alla medicina, ad Harrison vennero assegnati numerosi premi e onorificenze, come la prestigiosa Medaglia dell’Ordine d’Australia, una dellepiù importanti del Paese. Ma il lavoro di Harrison non si fermerà con la sua morte: grazie a un progetto congiunto tra il Walter and Eliza Hall Institute of Medical Research (WEHI) e Lifeblood, gli scienziati sono riusciti a coltivare il suo anticorpo in laboratorio, aprendo così la strada a prospettive che potrebbero prevenire in tutto il mondo  la malattia emolitica del neonato.

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