Mute su Netflix, un omaggio del regista al padre David Bowie

Disponibile da ieri su Netflix Mute, film che è anche un omaggio del regista al padre. Una dedica come un'altra, se non fosse che il regista in questione è Duncan Jones, figlio del ben più noto David Bowie, icona musicale pop-rock per oltre vent'anni.

Disponibile da ieri su Netflix Mute, film che è anche un omaggio del regista al padre. Una dedica come un’altra, se non fosse che il regista in questione è Duncan Jones, figlio del ben più noto David Bowie, icona musicale pop-rock per oltre vent’anni.

Alla fine della pellicola in esclusiva su Netflix, la dedica: “In ricordo di coloro che sono stati genitori: David Jones e Marion Skene”. In Mute il regista, arrivato al suo quarto lungometraggio, tratta la tematica del rapporto genitori-figli, e – fatto curioso – nella dedica non cita la madre biologia Angie, prima moglie di David Bowie ma Marion, la domestica che lo ha cresciuto dopo il divorzio dei genitori, nel 1980, quando il regista aveva nove anni.

Mute è la storia di Leo (Alexander Skarsgård) che all’età di nove anni, a causa di un incidente, diventa muto. Un intervento chirurgico potrebbe fargli tornare la voce, ma i genitori sono contrari e quindi Leo resta senza voce. Come spesso accade, Leo sviluppa molto bene gli altri sensi, soprattutto la manualità (molto bravo a disegnare e a lavorare il legno).

Passano gli anni, Leo diventa il barman di un locale insieme alla ragazza Naadirah. Ad un certo punto, però, la sua compagna scompare e l’uomo partirà così alla ricerca dell’amata, una ricerca ricca di incontri con personaggi pericolosi e strampalati.

Mute è il successore spirituale di Moon, primo lungometraggio di Duncan Jones, uscito nel 2008 e acclamato dalla critica tanto da ottenere un riconoscimento ai Bafta Award come miglior debutto di un regista inglese.

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