La storia di Nadia (un nome fittizio che ne protegge l’identità) è iniziata come quella di una qualsiasi ragazzina di 16 anni. Fino a quando nel suo gruppo di amici è entrato un ragazzo più grande di lei, che in poco tempo si è trasformato nel suo incubo più grande: quel ragazzo è diventato il suo stalker, che l’ha terrorizzata per ben 33 anni. Ora, però, è finalmente libera: l’uomo è stato arrestato e si trova in carcere.

“Non mi sembra vero. Cammino per strada senza guardarmi le spalle, di notte dormo e sono libera di muovermi senza aver paura. Sognavo questo momento da 33 anni e adesso che è arrivato quasi mi ci perdo in tutta questa libertà. Quell’uomo mi ha cambiato la vita. Ho vissuto il tempo della mia adolescenza e della mia giovinezza con la paura cucita addosso. Avevo 16 anni quando è cominciato tutto e adesso ne ho 49. Si rende conto di quel che ho passato?”,

racconta Nadia al Corriere della Sera. All’inizio, quando era soltanto un’adolescente, Nadia non dava troppa importanza al suo stalker. “Prima o poi smetterà“, pensava. Ma lui non ha mai smesso: la seguiva sotto casa, al supermercato, in giro per la città, al bar, ovunque. Ed ecco che la ragazza, aiutata dai genitori, ha iniziato a denunciare. La sua vita era diventata impossibile: ha dovuto mettere le sbarre alle finestre, cambiare la serratura delle porte innumerevoli volte perché lui la bloccava con la colla.

Per un periodo, nel 2001, Nadia ha lasciato Falconara (la sua città di origine, in provincia di Ancona). Per alcuni anni ha ripreso a vivere: si è sposata e nel 2009 ha avuto una bambina. Ma l’incubo non era certo finito: al suo ritorno, lo stalker aveva iniziato ad utilizzare anche i social network, dove pubblicava insulti, minacce, foto della ragazza con tanto di indirizzi e numeri di telefono. “Bisognerebbe scioglierla nell’acido“, recitava una delle minacce che Nadia ha ricevuto.

“Sono arrivata a uscire con il cappello in testa, gli occhiali da sole e magari due mascherine pensando: così se mi butta l’acido mi proteggo un po’. Questa è la paura. Per fortuna i carabinieri sono stati bravi e hanno raccolto tutto quel che serviva per mandarlo in carcere. Io oggi mi sento libera, certo, però non posso dire di stare bene. Ho un buco allo stomaco perenne e provo rabbia, se ci penso. Mi chiedono: perché non lasci Falconara? La risposta è: perché non è giusto. Qui ho i genitori anziani che hanno bisogno di me, ho gli amici, la scuola di mia figlia, i suoi amici. Questa è la mia città, dalla mia finestra si vede il mare e io adoro il mare. Andar via sarebbe scappare. Perché devo scappare e rinunciare a tutto? Perché devo fare io la fatica di ricominciare daccapo altrove? Non è giusto”.

Oggi Nadia è libera ma, come lei stessa ha raccontato, non potrà mai lasciarsi alle spalle e dimenticare i 33 anni di vita che quell’uomo le ha portato via. E ha lanciato un appello a tutte le vittime di stalking: “Non mollate mai e denunciate sempre. Ha torto chi perseguita, non chi subisce. Io credo nella giustizia. Sono certa che arriverà“.

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