L’8 gennaio 2023 all’Ospedale romano Pertini un neonato è morto soffocato, rimasto schiacciato dalla mamma che si era addormentata per la stanchezza dopo l’allattamento, 72 ore dopo il parto.

Ora la perizia, presieduta dal professore Luigi Cipolloni, ha stabilito che non ci sono colpevoli per la morte del piccolo, in quanto si tratta di una tragedia che non poteva essere prevista.

Come riporta la stampa, la perizia si è basata sulle cartelle cliniche e sulle testimonianze di medici, infermieri e donne ricoverate nella stessa stanza in cui è morto il bambino, nato il 5 gennaio.

La donna e suo figlio, infatti, si trovavano in una stanza dove erano ricoverate altre 3 donne con i loro neonati.

Secondo le procedure regolari, quello era il periodo di rooming in, ovvero la fase in cui i neonati stanno con le madri e vengono monitorati dal personale sanitario, con intervalli da 2 a 3 ore. Secondo la ricostruzione della perizia, guidata dalla pm Maria Sabina Calabretta, l’ultimo monitoraggio dei medici alla donna e al neonato è stato alle 23.15.

Poi, nell’intervallo tra le 23.15 e il successivo controllo medico, la donna si è addormentata per la stanchezza, schiacciando accidentalmente il figlio, morto soffocato. Il monitoraggio seguente è stato condotto intorno alle 00:40, per controllare un’altra mamma, come da procedura.

Secondo le testimonianze dei medici, degli infermieri e delle mamme presenti nella stanza, il personale medico ha fatto tutto il possibile per salvare il bambino. Secondo le cartelle cliniche, le visite del personale alle neomamme sono state anche più frequenti di quelle stabilite dai protocolli, ed è emerso che il numero degli infermieri era adeguato al numero di persone ricoverate in quel momento.

Per questi motivi, il professor Cipolloni ha ritenuto che non c’è alcun colpevole per la morte del bambino.

Il quadro emerso è però decisamente in contrasto col racconto della madre del piccolo, che ha deciso di non fermarsi. “Da quello che leggo le infermiere erano presenti continuamente, ma non è così. Sono stata abbandonata, come ho scritto in denuncia. Con l’avvocato abbiamo deciso di prendere gli atti e valutare come muoverci. Non ci fermeremo qui”, ha detto alla stampa la donna, dopo il verdetto.

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