Ci sono tre novità nella tua busta paga 2022: la consulente del lavoro fa chiarezza
La nuova legge di bilancio introduce tre importanti novità che andranno ad aggiornare la busta paga 2022. Ecco quali sono.
La nuova legge di bilancio introduce tre importanti novità che andranno ad aggiornare la busta paga 2022. Ecco quali sono.
Le nuove disposizione inserite nella Legge di Bilancio 2022 comportano alcune modifiche alla busta paga. In particolare, ci sono tre importanti novità che è bene conoscere.
Innanzitutto, come affermato dalla consulente del lavoro Sabrina Grazini sul suo profilo LinkedIn, la nuova legge introduce nuove aliquote Irpef. Si è infatti ridotto il numero delle aliquote Irpef da cinque a quattro. A rimanere invariati, invece, sono i livelli dell’aliquota minima e massima.
Con i nuovi scaglioni di reddito, l’aliquota relativa al secondo scaglione subisce una riduzione di due punti (dal 27 al 25%) , mentre quella del terzo scaglione diminuisce di tre punti (dal 38% al 35%). Attenzione però: il limite di quest’ultimo scaglione di reddito scende da 55.000 a 50.000 euro. All’ultimo scaglione (che parte, quindi, da un reddito annuale complessivo di 50.000 euro) è applicata l’aliquota massima, aumentata di cinque punti sui redditi da 50.000 a 55.000 e di due punti su quelli compresi tra 55.000 e 75.000 euro.
Il bonus Irpef di 1200 euro continua a essere applicato sui redditi fino a 15.000 euro. Per i redditi compresi tra questa cifra e 28.000 euro, continua a essere corrisposto il reddito integrativo, a condizione che la somma delle detrazione per i familiari a carico, per i redditi da lavoro, per i mutui immobiliari e agrari e per le spese di ristrutturazione e riqualificazione energetica siano maggiori dell’imposta lorda.
L’assegno unico universale sostituisce il bonus bebè, il premio alla nascita, le detrazioni sui figli a carico e gli assegni al nucleo familiare.
L’assegno unico universale può essere ricevuto dalle famiglie con figli a carico di età non superiore ai 21 anni. Non ci sono limiti di età, invece, in presenza di disabilità.
L’assegno è riconosciuto alle famiglie i cui figli a carico seguono corsi di formazione scolastica o svolgono un tirocinio per cui ricevono un reddito inferiore agli 8.000 euro l’anno. Se disoccupati, i ragazzi dovranno dimostrare di essere in cerca di un lavoro.
Per ciascun figlio minorenne saranno corrisposti tra 175 euro mensili (in caso di ISEE pari o inferiore a 15.000 euro) e 50 euro (ISEE pari o superiore a 40.000 euro). Per i figli di età compresa tra 18 e 21 anni non compiuti l’importo corrisposto è compreso tra 85 euro mensili (ISEE pari o inferiore a 15.000 euro) e 25 euro (ISEE pari o superiore a 40.000 euro).
Per i figli successivi al secondo si può ricevere un’integrazione che va da 85 a 15 euro mensili. In caso di figli disabili e minorenni, l’assegno può avere il valore di 105 euro mensili in caso di non autosufficienza, 95 euro mensili nei casi di grave disabilità, e 85 euro mensili in presenza di disabilità non grave.
È anche possibile beneficiare di un esonero contributivo per quanto riguarda i contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore di 0,8 punti percentuali. Il provvedimento si applica ai rapporti di lavoro dipendente (non è incluso il lavoro domestico), a condizione che la retribuzione imponibile calcolata su tredici mensilità non superi i 2.692 euro al mese.
Giornalista sulle nuvole, i miei grandi amori sono i libri, il cinema d'autore e gli animali. Sepulveda e Tarantino: le mie ossessioni.
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