Il 1° giugno del 2001 Serena Mollicone spariva misteriosamente nel nulla. Due giorni dopo il suo cadavere veniva rinvenuto in un bosco, legato e imbavagliato, nascosto tra foglie e rami. Quello che è conosciuto anche sotto il nome di omicidio di Arce, è al centro di uno speciale, in onda su Nove sabato 18 settembre in prima serata. Nel docu-film I misteri di Arce, Chi ha ucciso Serena?, la ricostruzione degli eventi e il punto sulle indagini sul caso ancora irrisolto della giovane.

Serena Mollicone aveva 19 anni, studiava a Sora, era all’ultimo anno dell’istituto psico-pedagogico Vincenzo Gioberti. La mattina di venerdì 1° giugno 2001 prese un autobus per andare all’ospedale di Isola Liri dove aveva appuntamento per una radiografia. Al termine dell’analisi tornò ad Arce. Alcuni testimoni dissero di averla vista nella piazza del paese. Nel pomeriggio il padre Guglielmo, maestro elementare, non vedendola tornare si rivolse alla stazione dei carabinieri. Il corpo della ragazza venne trovato da alcuni volontari due giorni dopo, domenica, in un bosco a circa otto chilometri da Arce, come riporta il Post

Serena aveva un sacchetto di plastica sulla testa, mani e piedi legati con scotch e fili di ferro, e un nastro adesivo a coprirle la bocca. L’autopsia stabilì che la giovane morì per asfissia. Negli anni molti misteri, piste e congetture si sono intrecciate al delitto di Serena, fino al 2016, quando il GIP di Cassino, Angelo Valerio Lanna, ha deciso di non archiviare il caso chiedendo invece una riesumazione del cadavere per procedere a nuovi esami legali.

La seconda autopsia ha portato ad una verità scioccante: la giovane sarebbe stata uccisa proprio all’interno della caserma dei carabinieri di Arce, o perlomeno aggredita e picchiata violentemente lì, prima di essere portata nel bosco dove è stata poi ritrovata. La pista che conduce ai carabinieri di Arce non era completamente nuova: già nel 2011 erano stati iscritti nel registro degli indagati il maresciallo Franco Mottola, ex comandante della stazione di Arce, la moglie e il figlio, Marco.

A quanto pare, proprio quest’ultimo avrebbe compiuto l’omicidio in uno scatto di rabbia, visto che Serena era pronta a denunciarlo per uso e spaccio di droga e si era recata dai carabinieri per fare il nome del ragazzo. Durante il confronto Marco l’avrebbe prima aggredita e poi uccisa. A coprirlo, proprio il padre.

Oltre a loro sono indagati anche Vincenzo Quatrale, all’epoca sottufficiale, e l’appuntato Francesco Suprano, che avrebbero aiutato Mottola a coprire l’omicidio. Si indaga anche sulla morte sospetta del brigadiere Santino Tuzi che raccontò di aver visto il 1° giugno 2001 Serena Mollicone entrare nella caserma, per poi ritrattare la testimonianza qualche giorno dopo. Tutti gli indagati respingono le accuse, il processo, iniziato nel 2020, è ancora in atto e la prossima udienza è fissata per il 24 settembre.

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