Padova, la protesta di due parrucchieri: si incatenano davanti al negozio
I parrucchieri, con ogni probabilità, non riapriranno prima del 1° giugno. I titolari di un centro di bellezza padovano hanno protestato.
I parrucchieri, con ogni probabilità, non riapriranno prima del 1° giugno. I titolari di un centro di bellezza padovano hanno protestato.
Nella conferenza stampa di ieri il premier Giuseppe Conte ha dato alcune indicazioni certe sulla cosiddetta fase 2 e anche alcune, più sommarie, sulle decisioni del governo per il periodo post 18 maggio. L’avvocato del popolo ha anticipato che con ogni probabilità bar, ristoranti, estetisti e parrucchieri riapriranno il 1° giugno.
La notizia data dal premier ha sorpreso molti: nei giorni scorsi diversi giornali e siti d’informazione parlavano del 18 maggio come data di riapertura. C’era perfino chi ipotizzava l’11. Nulla di tutto questo.
Sia chiaro: il DPCM emanato tra ieri e oggi ha effetto dal 4 al 18 maggio, dunque – seppur improbabile – non è impossibile che il governo faccia marcia indietro e decida di dare l’ok ai parrucchieri per riaprire prima di giugno.
Anche se, a giudicare dalle parole di Conte, il governo e il team di esperti non vogliono commettere neanche mezzo passo falso e pertanto continueranno sulla linea del rigore assoluto.
Chi proprio non ha gradito l’annuncio (ufficioso) del premier sono alcuni parrucchieri veneti. Questa mattina, infatti, i titolari del salone “La Dolce Vita” di Padova si sono incatenati davanti al proprio negozio in corso Milano, come riporta PadovaOggi.
Agostino Da Villi e Stefano Torresin hanno usato alcune catene di plastica bianche e rosse per “legarsi” simbolicamente alla porta del loro esercizio commerciale e successivamente a una sedia interna al negozio. Tramite una diretta Facebook i due hanno spiegato che “non possono restare ancora chiusi” e che sono pronti a riaprire, rispettando le norme anti contagio. Gli estetisti erano sicuri di poter riaprire l’11 o il 18 ma le parole di Conte hanno rappresentato una doccia gelata.
“Abbiamo 18-20mila euro di costi fissi al mese. Si rende conto cosa significa stare chiusi per tre mesi?”, hanno dichiarato, aggiungendo che grazie alla loro attività campano tre famiglie. Infine l’appello al presidente Conte: il salone “La Dolce Vita” è pronto a riaprire e assicura che rispetterà in maniera scrupolosa tutte le regole igienico-sanitarie del caso.
Anche nel resto d’Italia montano le proteste dei parrucchieri. Come riporta tp24, alcuni parrucchieri siciliani e campani hanno lanciato una provocazione: “Noi riapriamo il 4 maggio”. Nelle regioni meridionali i nuovi contagiati giornalieri sono molto spesso poche decine, per cui i parrucchieri campani e siciliani reputano esagerata la decisione di dover aspettare un altro mese per poter rialzare la saracinesca.
Amo camminare in montagna e la scrittura perché si assomigliano. Sono due attività solitarie, che ti costringono a imparare a stare bene con te stessa.
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