Paola Barale è apparsa su Instagram, con in mano un cartello con la scritta Chiuso e la didascalia Il reato non sussiste. L’ex conduttrice di Buona Domenica, la scorsa estate, era stata paparazzata in topless nella sua casa di Ibiza e le foto erano state pubblicate dal settimanale Chi. Già all’epoca sia la Barale che Raz Degan si erano scagliati via social contro il paparazzo e contro il magazine diretto da Alfonso Signorini  accusandoli di violazione della privacy. La showgirl aveva poi deciso di procedere per vie legali, ora è arrivata la sentenza. Paola Barale ha così condiviso con tutti i suoi follower un lungo post dove commenta la sentenza dicendo di essersi sentita umiliata:

Un post condiviso da Piribri (@paolabaraleofficial) in data:

Non so se ve lo ricordate, ma l’anno scorso sono stata paparazzata a casa mia a seno nudo, in un mio momento privato e non in topless, e per quanto mi riguarda c’è una bella differenza. A casa mia, ad Ibiza ,che si trova in un comprensorio privato, (dove per entrare devi superare una guardiola con una sicurezza) appena sveglia la mattina…

Bene, ieri per la terza volta è arrivata l’umiliazione (era già stata chiesta l’archiviazione, ho fatto appello e ieri la bella notizia) perché secondo la legge italiana o meglio a detta delle 2 giudici donne che hanno seguito il caso e hanno deciso che il reato non esiste. Secondo la legge o meglio, sempre secondo queste 2 giudici donne non è stata violata la mia privacy. Secondo loro no.

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L’autore di quella foto è stato assolto, nonostante la Barale l’abbia denunciato per violazione della privacy. La sentenza dei giudici è che “il reato non sussiste” e Paola Barale non ci sta, così a quasi un anno esatto dalla pubblicazione del suo topless a Ibiza, si dice umiliata dalle due donne chiamate a giudicare il caso:

Sono indignata ed offesa perché non mi sento tutelata come essere umano e come donna e, come ho già detto più volte, in un momento così delicato per l’universo femminile che sta vivendo un periodo tragico dove tutti i giorni si urla e si chiede rispetto e più tutela, bene mi e vi chiedo se questo vi sembra un messaggio, un esempio di rispetto. Questo è un affronto, è una delinquenza legittimata, un reato, un gesto pari a quello di chi, senza scrupoli, pubblica sui social foto a tradimento di compagni di classe, amici/conoscenti… bene quando leggiamo con indignazione queste notizie sui giornali, compreso quello in questione, urliamo tutti al bullismo. E questo cos’è? Non raccontatemi che un personaggio pubblico deve accettare tutto lo schifo. In quel momento io ero Paola a casa mia, appena sveglia. Non c’era nulla di pubblico. Se fosse successo a voi che archiviate il caso come l’avreste presa? Viviamo in un sistema che fa acqua da tutte le parti, so che ci sono argomenti decisamente più importanti sui quali soffermarci, ma se vogliamo davvero che cambino le cose, le battaglie devono partire da ognuno di noi. A questo punto il procedimento penale è CHIUSO. Accetto, mio malgrado. la giustizia, se così si può chiamare, e la sconfitta, ma c’è una cosa a cui non rinuncio:la dignità #accettomanoncondivido

La bionda conduttrice “accetta” la sentenza, ma ovviamente “non la condivide”. E anzi la critica pesantemente.

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