"Oltre c’è solo l’endoscopia": Paolo Crepet choc su Elodie e le donne che ‘si spogliano’

Lo psichiatra ha parlato del rapporto tra immagine di sé e tecnologia, rilasciando anche delle dichiarazioni che hanno fatto storcere il naso a molti: "Quando arrivi a mostrarti nudo vuol dire che è la fine".

Paolo Crepet, psichiatra e opinionista che si è esposto spesso sui media riguardo ad argomenti di attualità, ha parlato a MowMagazine degli effetti dei canoni di bellezza sulla nostra percezione del corpo, focalizzandosi in particolare sugli standard veicolati dai social network.

Se continuiamo ad utilizzare tutti questi filtri ed effetti, finiremo per diventare ‘uguali uno ad uno’. Neutralizzeremo qualsiasi diversità”, ha esordito.

La libertà di mercato coincide con una precisa identità femminile e maschile secondo cui, appunto, la ragazza deve essere in un certo modo e il ragazzo pure. Non c’è altra possibilità. La sola idea che la perfezione debba diventare un mito è del tutto moderna”, ha spiegato. “È sostanzialmente un grande mercato in cui tutti devono comprare quella cosa lì e in base a questo si costruisce una identità. Tutti uguali. Spaventoso”.

Poi, lo psichiatra si è lasciato andare a delle dichiarazioni riguardanti alcuni personaggi del mondo della musica. “Molti personaggi famosi tipo Elodie, Arisa e Victoria dei Maneskin si levano i vestiti di dosso. Cosa ne pensa?”, chiede la giornalista Ilaria Ferretti. Al che, Paolo Crepet ha commentato la loro scelta di spogliarsi con delle affermazioni che hanno fatto storcere il naso a molti:

In generale, penso che se uno non ha voce, ha fondoschiena. Siamo in un mondo in cui un cantante per promuovere un disco deve spogliarsi, non serve più fare un concerto speciale o comunque ipotizzare un lancio promozionale diverso? Queste signore lo sanno che esistono i Rolling Stones? A Mick Jagger non è mai servito posare senza veli per l’uscita di un nuovo singolo. Quando arrivi a mostrarti nudo vuol dire che è la fine. Oltre c’è solo l’endoscopia.

L’informazione riportata da Crepet è però inesatta: ricordiamo infatti che anche Mick Jagger si è spogliato per promuovere un album dei Rolling Stones: era il 1971 quando il fotografo David Montgomery aveva realizzato un servizio che vedeva il cantante posare nudo, con la copertina del nuovo disco Sticky Fingers (sulla quale peraltro appare un’erezione) a coprirne le parti intime. Senza andare molto lontano nel tempo poi, recentemente diversi artisti uomini nostrani si sono spogliati online, tra i quali Damiano David dei Maneskin, che è apparso più volte senza veli sul suo profilo Instagram, e Fedez, che sullo stesso social si è denudato per mostrare il suo nuovo tatuaggio. È curioso quindi constatare come tali critiche vengano spesso rivolte alle donne, le quali hanno recentemente cominciato a riappropriarsi del proprio corpo e a dare un nuovo significato alla parola autodeterminazione: sono loro, adesso, a poter decidere quando, quanto e dove spogliarsi, libertà che qualcuno fatica ad accettare.

Infine, l’opinionista ha parlato dei danni causati dalle immagini generate dall’intelligenza artificiale: “È terrificante. Non so chi possa difendere una cosa del genere. Non si capisce la gravità del fatto (…) Se io insinuo il dubbio su qualsiasi cosa al telegiornale, notiziario, foto, film, tutto diventa potenzialmente falso, farò crescere il dubbio. A che serve? Me lo chiedo spesso”.

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