Del divorzio di Totti e Blasi non sapevo nulla e, in tutta onestà, mi andava bene così.

Dei divorzi degli altri, però, si finisce sempre con il sapere qualcosa, dalle supposizioni sul perché la vicina abbia chiesto di avviare la pratica al marito, alle congetture sul perché una coppia ricca e famosa abbia deciso di chiudere un rapporto con cui la televisione ci ha nutrito per anni. Qualche informazione riesce a filtrare dai luoghi più inaspettati. E spesso non sono solo pettegolezzi, ma veri e propri riti collettivi. La domanda rimane, perché ci interessa il divorzio Totti-Blasi?

Una foto di Blasi e Totti da giovani 

A pranzo da mia nonna, ad esempio, non si può fare a meno di ritrovarsi con l’occhio su una rivista scandalistica, di quelle che in copertina indossano solo volti più o meno noti che, da soli, fanno la tiratura di stampa. Ecco, in un pranzo insospettabile, in un giorno qualunque come sono le cose ordinarie di famiglia, ho visto una copertina che urlava al divorzio affacciandosi su una foto di Totti e Blasi graficamente separati.  Il vero succo della storia però, arriva ad un’altra tavola, questa volta condivisa, nello stranissimo spazio che è il bar sotto casa dei miei, un luogo che per molti, me compresa, è diventato una propaggine della casa.

Lì, i dettagli volano. “Ah ma lui le ha rubato le borse”, eh ma perché lei gli aveva rubato i Rolex” , “però che stronza”, “ ma guarda che lui…” e via così. Frammenti che vanno a comporre un mosaico di cui io non volevo proprio sapere niente ma che si disegna, tessera dopo tessera con il contributo di tutti, dalla famiglia ai conoscenti. Tutti sanno qualcosa di rilevante sulla questione e tutti ne vogliono parlare.

E mi viene proprio da chiedere perché.

Dalle stelle alle stalle, questo si spera 

Gli alti e i bassi delle persone famose riempiono i vuoti, le conversazioni e gli incontri di un contenuto stabile e di facile condivisione. Più sono note le persone in questione più è semplice inserirsi nel discorso, farne parte in buona sostanza. La questione non è importante di per sé, piuttosto nella sua funzione. Il divorzio di Totti e Blasi non è un affare di stato per contenuto – ciò che è: il divorzio tra due persone – ma per cosa può essere: un territorio comune. La caduta dei potenti piace, è una storia che accompagna la vita nel suo scorrere, animandola.

Soprattutto quando si può esprimere un’opinione a riguardo. Gli spettatori della storia diventano un pubblico partecipante, opinionisti di punta di queste riproduzioni senza schermo dei talk show televisivi.  Il caffè del mattino è il microfono, il bar di fiducia il set e tutti, ma proprio tutti, sono ospiti esclusivi pronti a gettare una frase che suoni importante, piena di senso, su cosa è veramente successo e perché era giusto che lui rubasse le borse. Parlare insieme, finché non giunge un’opinione contraria.

Perché parlare del divorzio di Totti e Blasi?

Ci sono poi gli elementi culturali da analizzare.

Ad esempio, il sempre confidenziale Ilary con cui la conduttrice viene chiamata – una first lady informale, quasi una cugina – che riduce la distanza riflettendo le tendenze del sessismo di sistema a sminuire le donne privandole del cognome. La confidenza permette di parlare liberamente di lei, come si farebbe di un familiare di cui si stanno spicciando i panni in pubblico. E poi c’è lui, il pupone, il capitano della Roma, Totti che il cognome lo portava sulla maglia che ne ha definito la vita a cui il cognome non si strappa, e di cui si parla male, sì, ma con misura.

Se lei ha preso i rolex, lui ha fatto più che bene a prendere le borse. Quale sia il reale ordine degli addendi, qui davvero non cambia, perché la somma finale, il giudizio è sempre sbilanciato in partenza. Sento, in questo discorso infinito, un biasimo altrettanto smisurato verso Blasi, quasi avesse osato fare un torto irreparabile. E non per i Rolex o per la storia ironica davanti alla vetrina del negozio di orologi, ma proprio per il divorzio. Divorziare da Totti, non è considerato ammissibile. O meglio, lo è perché va bene a lui, ma lei che non appare disperata in lacrime viene aspramente criticata perché sicuramente, così sentenziano i giudici di passaggio, “non si è impegnata abbastanza” o, secondo alcuni altri, “ si è montata la testa”.

Persino l’ordine con cui sono sempre indicati ci suggerisce che tipo di mondo abitiamo : lui viene sempre prima. “Totti e Ilary” recitano i titoli di giornale, Blasi e Totti, invece, lo scrivo io qui sperando che anche per lei si riconosca il rispetto del nome intero e che da questa storia si impari almeno a considerare chi divorzia individui di uguale dignità.

I divorzi degli altri 

Questo dibattito infinito sui divorzi degli altri permette a tutti di partecipare. Ci sono la persona scettica del “ma si sono mai amati quei due?” la nichilista, la complottista perché “sicuramente c’è sotto altro”, la fedele “ché Ilary è proprio brava sapete?”, la persona informata che sa tutto e segue tutto, quella che invece vuole precisare che lei con queste cose non perde tempo, quella che sta nel team Totti “perché se l’ha tradita avrà avuto i suoi motivi”, quella che rigetta la tesi e spiega che è stato ingiusto, quella che ascolta e non dice nulla felice di essere lì e infine anche una persona come me che non saprei proprio dove mettere.

Staccare la spina 

Così, stiamo tutti in attesa, quasi inconscia della prossima informazione o, possibilmente, del prossimo screzio. Per parlare, parlare tutti della stessa cosa che tante volte è più importante di ciò di cui si parla. Perché dopotutto, chi ha più la forza di parlare dei prezzi in aumento, di Putin, dei figli che rischiano la bocciatura e siamo solo all’inizio dell’anno, dei genitori anziani malati e affaticati, dei propri divorzi?

No, meglio guardare i divorzi degli altri e viverseli senza la partecipazione eccessiva che le cose personali richiedono. Stacchiamo la spina e dimmi, secondo te, Blasi ha “rubato” gli orologi di Totti o lui glieli ha regalati?

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