Se vi sentite più stanchi in inverno o vi sembra di avere più sonno, non preoccupatevi: sembra proprio che sia normale. La nuova ricerca, infatti, mostra che le persone hanno un sonno REM più profondo in inverno, rispetto all’estate, e che potrebbero aver bisogno di un piccolo “letargo” per adattarsi ai ritmi della stagione fredda.

I risultati dello studio, pubblicati sulla rivista Frontiers in Neuroscience, hanno evidenziato che, sebbene gli esseri umani non vadano in letargo, avrebbero bisogno di dormire di più: lo studio ha rivelato, dall’analisi di 188 pazienti sottoposti a studi sul sonno in un laboratorio speciale, che in inverno si dorme di più in modalità REM (rapid eye movement).

In base ai risultati il sonno REM nei pazienti, che è direttamente collegato all’orologio circadiano, il nostro processo naturale interno che regola il ciclo sonno-veglia ed è influenzato dai cambiamenti di luce, era di 30 minuti più lungo in inverno che in estate.

Questo dimostra che, anche in una popolazione urbana che sperimenta un sonno disturbato, gli esseri umani hanno un sonno REM più lungo in inverno rispetto all’estate e un sonno meno profondo in autunno.

Secondo i ricercatori, se i risultati dello studio potessero essere replicati in persone con un ciclo del sonno sano, lo studio fornirebbe la prima prova della necessità di adattare le abitudini del sonno alle stagioni, magari andando a dormire prima nei mesi più bui e freddi, ovvero in autunno e in inverno.

Il dottor Dieter Kunz, autore corrispondente dello studio, con sede presso la Clinica per il sonno e la cronomedicina dell’ospedale St Hedwig, in Germania, ha dichiarato alla stampa: “La stagionalità è onnipresente in ogni essere vivente su questo pianeta. Anche se le nostre prestazioni sono invariate durante l’inverno, la fisiologia umana è regolata in modo negativo, con una sensazione di ‘corsa nel vuoto’ a febbraio o marzo.

Secondo il dottore, la società dovrebbe adottare “le abitudini del sonno, compresa la durata e l’orario, alla stagione, oppure adattare gli orari scolastici e lavorativi alle esigenze stagionali del sonno” ha concluso Kunz.

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